Giovedì 24 ottobre l’Ufficio per la Pastorale della famiglia ha proposto una serata di approfondimento su un tema poco conosciuto e attorno al quale ruotano pregiudizi di varia natura che non aiutano ad approcciarsi in modo positivo a questa opportunità pastorale.
“Un matrimonio celebrato in Chiesa ed ora irrimediabilmente fallito – spiega Paolo Tassinari, Incaricato diocesano assieme alla moglie, ai coniugi Basteris e a don Giovanni – può essere stato nullo fin dalla sua origine e quindi mai esistito, anche se i coniugi non se ne erano accorti. In seguito al fallimento del matrimonio, essi o anche solo uno dei due, può chiederne la verifica. Tale accertamento va esclusivamente fatto attraverso determinate procedure volte ad indagare se al momento del suo sorgere alcune importanti circostanze lo avessero compromesso gravemente e quindi reso nullo. Qualora poi una persona separata o divorziata abbia ricevuto la dichiarazione della nullità di quel matrimonio precedente e costruito nel frattempo una nuova stabile e fedele relazione con un altro partner, potrà celebrare con esso il matrimonio cristiano”.
L’idea dell’incontro era arrivata nell’estate scorsa da persone che hanno vissuto il fallimento del matrimonio e che hanno preso parte alle proposte del progetto “L’anello perduto”. I relatori hanno offerto strumenti utili e pratici per muovere i primi passi in un terreno certamente accidentato ma promettente; indirettamente hanno gettato luce sul sacramento del matrimonio da una angolatura che tante volte viene considerata estranea al sacramento stesso che è quella del diritto.
Già il 28 novembre 2009, agli albori del progetto “L’anello perduto”, don Ettore Signorile era stato invitato a parlare del tema; in questa occasione il Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Piemontese si è avvalso delle competenze dell’avvocato Elena Gavrilakos, Presidente del Collegio degli avvocati del Tribunale interdiocesano piemontese e avvocato della Rota Romana, e dell’avvocato Raffaella Witzel, Patrono stabile presso il Tribunale interdiocesano piemontese, avvocato della Rota romana.
Un centinaio i presenti: il vescovo Piero col Vicario generale e quello per la pastorale, presbiteri e diaconi della diocesi di Cuneo-Fossano, operatori dei percorsi coi fidanzati e tante persone interessate al tema che hanno animato il dibattito conclusivo. Cliccando qui sotto è possibile vedere la registrazione video della serata.