Messaggio del vescovo della prelatura di São Felix de Araguaia

Lucio Nicoletto ringrazia per la collaborazione e chiede di mantenere vivi i legami che hanno segnato la storia di collaborazione fra il Brasile e l'Italia.

Lucio Nicoletto dal giugno scorso è il nuovo vescovo nella Prelatura di São Felix de Araguaia, dove per una decina di anni sono stati presenti come missionari Fidei Donum tre sacerdoti della nostra diocesi. Nella Quaresima di Fraternità 2024 uno dei progetti di solidarietà aveva come destinatari i fedeli della prelatura: la finalità era quella di sostenere la formazione di laici per le comunità locali (“Preparare il futuro… PREPARANDO FORMATORI”).

All’inizio di questo nuovo anno abbiamo ricevuto in video e per scritto un messaggio di Dom Lucio che ringrazia per la collaborazione e chiede di mantenere vivi i legami che hanno segnato la storia di collaborazione fra le nostre due chiese.

Di seguito pubblichiamo il messaggio di Dom Lucio che l’Ufficio Missionario intende portare a conoscenza di tutti

«Carissimi amici e amiche della diocesi di Cuneo-Fossano: pace e gioia dal Signore Gesú, fonte della nostra speranza! Su invito del Centro missionario della vostra diocesi, vi invio un breve pensiero che esprime la fraterna gratitudine del popolo di Dio della Prelatura di San Felix nei vostri confronti, motivato sicuramente dall’amore e dall’attenzione che ci avete riservato per anni attraverso l’invio di molti preti “fidei-donum” vostri. La gratitudine aumenta ancor piú ricordando anche l’aiuto materiale con cui ci avete sostenuti anche materialmente nell’annuncio del Vangelo attraverso la vita e le attivitá pastorali che abbiamo realizzato. Vi sono grati soprattutto le parrocchie che hanno accolto i “fidei-donum” di Cuneo-Fossano, la Pastoral da Criança (pastorale dei bambini e delle gestanti), il CIMI – Consiglio indigenista missionario e la Pastoral indigenista, la Pastorale dei Giovani e il Coordinamento della Catechesi. In molti modi, forse anche senza saperlo, ci avete aiutato a mantenere accesa la fiamma della fede che produce la speranza e rende possibile la vera Caritá. Al momento attuale, la Prelatura non riesce a sostenersi finanziariamente per vari motivi: é recente la sensibilizzazione alla corresponsabilità dei cristiani cattolici al sostegno economico della propria chiesa; la pratica – comune in quasi tutte le diocesi – del “dizimo” é molto recente perché in passato non si é investito molto su questa dimensione. Anche il fatto di essere una diocesi che ha scelto di non stare dalla parte dei ricchi ha evidentemente prodotto l’immagine di una chiesa che ha fatto sin dalle sue origini una scelta concreta di non stringere accordi con chi ha soldi per rimanere liberi di annunciare il Vangelo anche quando “scotta”. Anche la scelta più attuale di una chiesa che si incarna nella regione amazzonica, preoccupata con gli effetti disastrosi dell’Agrobusiness, con il continuo disboscamento della foresta pluviale e le culture intensive di soia e granoturco, ci fa attirare su di noi le ire di quanti fanno interessi enormi su questo tipo di economia “predatoria”. E questo ha delle ricadute concrete sulla nostra situazione come Chiesa locale, anche finanziarie. 

Per sostenere la formazione dei nostri catechisti, dei ministri della Parola e della Comunione eucaristica, dei tesorieri delle comunità, etc, é chiaro che tutto questo ha un costo. Una delle voci di spesa più grande, per esempio, é il combustibile per i trasporti, le auto e la loro manutenzione – a causa delle condizioni delle strade, ancora molto di stile “rally”. Sembrano dettagli di poco conto, per chi vive in Italia, dove le strade sono tutte asfaltate. Eppure quando si tratta di distanze molto grandi e di situazioni logistiche molto precarie allora questo diventa uno scoglio non indifferente. Mantenere il contatto con le persone, con i giovani, le comunità, i preti é sicuramente fondamentale, ma molte volte ci si muove solo se nella macchina… c’é benzina! Ma ci preoccupa pure la sostenibilità della vita dei preti e delle missionarie e dei missionari che vengono da fuori per aiutarci e che vorremmo almeno poter sostenere… 

Ad ogni modo la grazia di Dio continua a scrivere pagine di vita e di speranza attraverso la semplicità dei poveri che sono “beati” perché hanno scoperto le strade della condivisione, della solidarietà, della resistenza e della resilienza davanti a tutte le lotte per la causa del Vangelo. Preghiamo perché tutti noi possiamo fare questa esperienza di “povertà”; che, come San Francesco, anche noi sappiamo imparare dai poveri il segreto del cammino che ci porta alla vera gioia e che passa inevitabilmente da uno spogliarsi interiore frutto di una certezza che nasce dall’incontro con Cristo: solo in profonda e intima comunione con Lui scopriamo che più ci spogliamo di noi stessi e delle nostre sicurezze, anche materiali; più condividiamo, più sentiamo crescere dentro di noi la libertà e la Pace vera.

Un grandissimo abbraccio unito alla benedizione del Signore Gesù per questo nuovo anno 2025!»

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