Risonanze dai partecipanti il laboratorio “Storie in trasformazione”

Dopo le tre serate di ottobre 2014, la parola di coloro che hanno partecipato

Vengono riportate alcune considerazioni dalle persone che hanno vissuto l’esperienza delle 3 serate di laboratorio condotte da Giansandro Lerda e Luca Burdisso nell’autunno del 2014.

Carissimo Paolo, grazie per la buona notizia riguardo alla cena del 28 novembre. Colgo l’occasione per inviare le mie risposte alle due domande scritte sul foglio che ci hai lasciato venerdì scorso.
1) Nelle serate ho apprezzato il clima di piacevole e distesa confidenza che si è creato fin dall’inizio, pur non conoscendoci affatto. I due esperti hanno reso l’atmosfera serena e amichevole fin da subito, permettendo a tutti di sentirsi a proprio agio nel parlare di sé senza troppi limiti e di esprimersi senza paura.
Non ho critiche da fare, se non il limite del tempo a disposizione e, forse, il numero un po’ ridotto di incontri. Quanto ai suggerimenti, proporrei quindi un numero maggiore di incontri, per poter meglio conoscere la compagine umana che vi partecipa e permettere un lavoro di ricerca personale un po’ più profondo.
2) I bisogni che ora rilevo in me e che mi piacerebbe affrontare insieme ad altri genitori separati sono quelli che riguardano la crescita dei figli in questa nuova dimensione, purtroppo non prevista quando essi sono venuti al mondo: come fare per evitare che anche in loro maturi il pessimismo e la tristezza che pervade un po’ la nostra nuova vita? come aiutarli a continuare a credere nel valore di una famiglia unita che supera le tempeste della vita, nonostante il modello che loro hanno sperimentato? come fare per evitare che perdano la fiducia nel futuro? come aiutarli all’arrivo, eventuale, di un nuovo compagno o compagna nella nostra vita?

Le cose che ho apprezzato di più sono: la grande competenza e umanità dei due psicologi, in particolare del dott. Lerda, l’atmosfera amichevole che si è instaurata da subito tra i partecipanti, il confronto costruttivo, ben diretto dai facilitatori. Potrei suggerire di inserire dei momenti di colloquio personale con gli esperti. A me piacerebbe creare una rete o un forum dove poter condividere esperienze e problemi o anche solo chiedere consiglio su situazioni che altri hanno già affrontato e magari risolto.

Carissimo Paolo, innanzitutto ti ringrazio personalmente per l’impegno per questo argomento che interessa tante persone. Circa questa ultima sessione di laboratori, ho molto apprezzato il tema del desiderio per ripartire, mi ha molto colpito quando è stato detto che fa parte anche del volersi bene. E’ in effetti un argomento delicato ma anche cruciale per le nostre vite ed il fatto che se ne possa parlare è già un segno prezioso. Alla prima serata ero rimasto un po’ perplesso circa l’approccio in cui molti si sono sfogati, in realtà dalla seconda ho avuto davvero un ottimo riscontro circa il metodo usato che, all’inizio, faceva un’analisi della volta precedente. Il gioco, poi, è stato un mezzo per aprirsi e relazionare. Direi davvero molto bene, i relatori in tal senso, sono stati molto bravi, complimenti! La mia proposta è stata letta nel pensiero, avrei infatti ipotizzato un periodo più lungo, quale un we per esempio, proprio per avere il tempo necessario ad entrare maggiormente negli argomenti, grazie per averci pensato! Un caro saluto a te ed a tutta la tua famiglia

Ciao Paolo, colgo l’occasione per risponderti alle domande riguardanti le tre serate. Ho apprezzato le attività di condivisione cioè i giochi di vario tipo; forse mi sarei aspettata qualcosa di più per quanto riguarda gli interventi dei dottori oltre al riassunto dei nostri interventi della volta precedente e la spiegazione delle attività. So, per aver fatto altre esperienze del genere, che uno degli scopi è farci parlare, sfogare e da parte loro riassumere, evidenziare aspetti rilevanti emersi dai nostri interventi, ma io  mi aspetto qualcosa di più, qualche consiglio, aiuto, risposta che non so darmi e che loro, magari, non possono darmi. In realtà non saprei cosa suggerire anche perché credo di essere io il vero problema che continuo dopo quasi 3 anni, con un’intensità e un dolore che non riesco a placare a stare male e non riesco ad accettare la vita che non ho scelto di vivere. Tutto ciò che faccio, e ti garantisco che ho provato a fare parecchie cose anche belle e interessanti da tanti punti di vista, mi sembra un ripiego e mi trovo a pensare che  l’unica cosa che mi interessa è tornare ad avere quella bella famiglia che avevo, vedere i miei figli (di 19 e 21 anni) allegri e sereni come un tempo e invecchiare con quella persona che mi ha sostituita (ci ha sostituiti). In questi 3 incontri osservavo i miei “compagni di sventura” e notavo che alcuni di loro riuscivano, nella loro sofferenza, a interagire, partecipare maggiormente, a divertirsi. Io non riesco ancora chissà, come mi dicono tanti, è solo questione di tempo…..

Ti ringrazio davvero perché è comunque importante sapere di non essere soli, sapere che ci sono persone che hanno a cuore le sofferenze degli altri e si adoperano per cercare di alleviarle.