Domenica 14 maggio in Cattedrale a Fossano è stata proposta una Messa dedicata alle mamme nel giorno della loro festa.
All’iniziativa, promossa dalle parrocchie del Centro storico in collaborazione con le due corali e l’Ufficio di Pastorale familiare, hanno preso parte oltre un centinaio di madri di figli piccoli, giovani o già adulti assieme ai loro cari. «Ero venuta diverse volte alla benedizione delle mamme già prima della pandemia – racconta una di esse – e ringrazio d. Ezio e Paolo per averci pensato di nuovo. Mi ha colpito il brano di Vangelo, là dove Gesù dice ai suoi discepoli che non li lascerà “orfani”. Orfano si dice di un bambino che rimane senza genitori e anche mio figlio, in un certo senso quando crescerà, dovrà essere autonomo e vivere “senza di me”. Dalla Messa quindi, mi porto a casa la domanda: come lasciare andare mio figlio incontro alla vita senza farlo sentire orfano?».
«La liturgia di questa domenica – ha detto il diacono Paolo nell’omelia – ci presenta un brano di Vangelo con alcuni tratti molto materni. Gesù promette “un altro Paraclito” che rimarrà con noi sempre. Paraclito, altro modo per dire lo stare di Gesù al nostro fianco, è una parola greca che al tempo era utilizzata con 3 significati diversi: quello più diffuso è avvocato cioè il paraclito era chi, in un processo, difendeva una persona accusata; il secondo significato è consolatore e poi suggeritore. Queste accezioni mi pare si possano intravedere, almeno in parte, in tre atteggiamenti di una mamma: una madre difende suo figlio anche contro ogni evidenza (spesso le insegnanti di scuola lo attestano col sorriso!), lo consola (non lo lascia solo fisicamente per giorni, mesi, anni) e lo consiglia (ciascuno di noi custodisce come perle preziose alcune parole ascoltate da sua madre). Ecco allora il senso della benedizione delle mamme: è giusto dire-bene di voi perché nei vostri gesti e nelle vostre parole c’è qualcosa che vi fa assomigliare a quel Paraclito che è lo Spirito di Gesù Risorto, capace di generare e rigenerare vita, e non lasciarci orfani, spaesati e abbandonati alla vita».