Senza accorgersene

Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

Ez 34,11-12.15-17; Sal 23 (22); 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46

Il brano evangelico è contraddistinto da un inizio grandioso: il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, circondato da angeli, siederà su un trono glorioso, davanti a lui saranno radunati tutti i popoli. Un’immagine fastosa che serve a indicare, per contrasto, la componente umile che costituisce il cuore di una finale rivelazione divina.

Gesù si presenta come un re che giudica.

Il giudizio è una forma di giustizia verso tutti coloro che sulla terra sono stati vittime, privati della possibilità di una vita buona, ed è necessario affinché la storia abbia un senso.E nella narrazione evangelica il giudizio non avviene al termine di un processo: qui viene solo presentata la sentenza, perché tutta la nostra vita è il luogo di un «processo».

«Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare…?» (Mt25,37.44). Nel giorno del giudizio i salvati e i sommersi saranno accomunati tanto dall’antica ignoranza, quanto dal finale svelamento di una presenza fino ad allora nascosta. Nessuno dei due sapeva già prima che soccorrendo il prossimo avrebbe agito anche nei confronti del Figlio dell’uomo. Nessuno immaginava che la realtà più profonda è la scelta compiuta dal Figlio dell’uomo di condividere la fragilità delle creature: «quello che avete fatto a uno dei miei fratelli, l’avete fatto a me!».

Questa è una grande dichiarazione d’amore di Gesù per l’uomo: vi amo così tanto che se siete malati è la mia carne che soffre, se avete fame sono io che ne patisco i morsi, e se vi offrono aiuto sento io tutte le mie fibre gioire e rivivere.

Gli uomini e le donne sono la carne di Cristo. Finché ce ne sarà uno solo ancora sofferente, lui sarà sofferente.

Il Figlio dell’uomo non afferma di celarsi in colui che fece il bene, ma in chi lo ricevette o nella persona a cui fu negato il soccorso quando aveva fame, sete, era forestiera, nuda, ammalata e incarcerata.

Il giudice divino ha tratti di passività ed è per questo che può discriminare.

Agire e patire qui s’incontrano; il giudice, però, è dalla parte della seconda componente, non della prima. Egli, restando nascosto, aspetta che qualcuno lo visiti. Ad altri tempi è consegnato lo svelamento dell’invisibile.

È giusto comunque dire che i poveri e gli infermi vanno aiutati per loro stessi e non per amore di Gesù. Se il Figlio dell’uomo sta dalla loro parte, anche noi dobbiamo fare altrettanto e non prenderli come occasione per svelare una presenza che deve rimaner nascosta fino alla consumazione dei secoli.

La dannazione è legata non al far il male, ma all’astenersi dal compiere il bene. Saremo giudicati sull’omissione; un criterio in base al quale le nostre vite quotidiane risultano inevitabilmente avvolte dal peccato e bisognose di misericordia.

Quante volte non siamo stati cattivi o violenti, non abbiamo aggiunto male su male, non abbiamo odiato: semplicemente siamo stati indifferenti. Si uccide anche con il silenzio. Non impegnarsi per il bene comune, non lottare contro l’ingiustizia, è già farsi complici del male, della corruzione, del peccato sociale.

Il contrario esatto dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza, che riduce al nulla il fratello: non lo vedi, per te è come se non esistesse.

Per i cristiani i poveri sono anche “sacramento del peccato del mondo” (Giovanni Moioli), dell’ingiustizia che c’è sulla terra e nell’atteggiamento verso di essi si misura la nostra capacità di vivere nel mondo quale corpo di Cristo, cioè Chiesa.

Nella seconda lettura San Paolo dice che per mezzo di Gesù è venuta la risurrezione. Gesù identificandosi con i più bisognosi, nell’attenzione verso di essi si attua il nostro cammino verso la risurrezione.

Ogni risurrezione inizia già qui e ora con la nostra capacità di amare nella gratuita e senza calcolo. Non solo senza sperarne nessun ricambio, ma quasi senza accorgersene: “Signore, quando ti abbiamo visto…?”.

 

 

Immagine: Michelangelo Buonarroti, Giudizio universale, (1541) Cappella Sestina, Vaticano.