Il sì ad una chiamata

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

Gn 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38

Vocazione significa «essere chiamati». E le vocazioni tante sono quanti gli uomini e le donne sulla terra. La prima vocazione per ognuno è quella dell’essere chiamati all’esistenza, senza la richiesta del nostro sì.

Poi nella vita s’incontrano persone, fatti, avvenimenti che ti chiamano a fare delle scelte. Una volta che si è entrati nel mondo, alle varie chiamate che la vita propone, il nostro sì diventa necessario.

L’annuncio dell’angelo a Maria racconta una vocazione: Dio chiede a Maria di diventare la madre di suo Figlio.

In casa cristiana la vocazione è quindi, una volta venuti all’esistenza, obbedire alla parola di Dio, dire di sì ad una parola che può chiedere decisioni che non avevi messo in conto. Non solo nel chiedere di lasciare tutto per seguirlo, ma anche nella richiesta di perdonare settanta volte sette, di amare i nemici… Tutte chiamate che non appartenevano al nostro orizzonte di pensiero.

Il problema diventa: ma chi è Colui che mi chiede queste cose? Vorrà proprio il mio bene? Per la mia vita non sarà meglio seguire altre prospettive?

Quello che da sempre è detto «peccato originale», può essere inteso come il peccato che sta all’origine di tutto ciò che è la non fede.

All’origine di ogni peccato c’è la paura che il comandamento di Dio sia un limite alla propria libertà. Il lavoro del serpente è quello di gettare un’ombra su Dio, dire che Lui non vuole il tuo bene.

Se la prima vocazione è quella di essere chiamati alla vita, la chiamata di Dio per l’uomo è sempre in quella prospettiva: dare vita, chiamare continuamente alla vita.

Maria non cade nel sospetto che il nemico getta sull’Altissimo.

Crede, cioè, che ciò che il Signore le propone, sia un bene per lei. Questo non impedisce da parte sua di porre delle domande, di avere dei dubbi, che possono presentarsi più volte nella vita.

Anche noi, come Maria, siamo chiamati a dire di sì ad un Dio per il quale nulla è impossibile.

Rimanendo sul tema della vocazione, alla vita come ad altre decisioni, al centro c’è la fedeltà di Dio che è più forte delle nostre infedeltà.

In questo discorso ritornano calzanti le parole del profeta Isaia (40) dove Dio invita il profeta a salire sul monte e annunciare alla città di Giuda: «Ecco il vostro Dio». Se conosciamo Dio chi è, non dovremmo nasconderci davanti a Lui e avere paura dei suoi comandamenti. Ma siccome l’Altissimo conosce la paura dell’uomo, invita il profeta a consolare il suo popolo.

La nostra infedeltà incontra la fedeltà di Dio, per il quale nulla è impossibile, tanto da generare vita nel grembo di una giovane vergine, come dare vita vincendo il peccato, l’infedeltà e infine la morte.

La Madre si rivolge a noi chiedendoci di dire di sì a ciò che il Signore propone, dire di sì a quella chiamata, senza paura, nonostante il possibile perdurare delle domande.

Ci chiede il coraggio del rischio della fede.