Alcuni pittori nel dipingere l’Annunciazione hanno ritratto Maria mentre sta leggendo un libro.
L’annotazione “meditava tutte queste cose nel suo cuore” è un’espressione che va oltre la meditazione delle parole dell’angelo, poiché comprende la contemplazione di tutta la Storia Sacra.
Con quell’annuncio Maria avrà ripensato alla promessa fatta ad Abramo, si sarà ricordata del testo di Isaia sull’Emmanuele “La vergine concepirà e partorirà un figlio” (Is 7,14) e che niente è impossibile a Dio.
Simone Weil scrisse al padre Perrin che “lo sviluppo della facoltà dell’attenzione costituisce il vero oggetto e quasi l’unico scopo degli studi”. Questo essere attenti, aprire bene le orecchie che caratterizza ogni studio, in fin dei conti è profondamente legato alla preghiera: l’ascolto della Scrittura ti apre ad accogliere quel Dio che entra a casa tua e che ti dice “rallegrati, gioisci, sii felice, apriti alla gioia, come una porta si apre al sole.”
La seconda parola dell’angelo svela il perché della gioia: “sei piena di grazia”. Il suo nome è: “amata per sempre”. Maria non è piena di grazia perché ha detto “sì” a Dio, ma perché Dio ha detto “sì” a lei prima ancora della sua risposta. E questo vale per noi: ognuno è pieno di grazia, tutti amati come siamo, per quello che siamo; ognuno amato per sempre.
“A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo”.
Credo che il turbamento sia salutare per non cadere in un fondamentalismo derivante dalla paura di pensare e che offre la falsa speranza di una fede senza domande.
Maria è una donna di fede, ma la fede sempre interroga.
Oggi invece sembra che chi s’interroga non ha fede.
Maria pone una domanda, ma non chiede segni. “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Un’umanità che sa stare davanti a Dio con i propri dubbi.
Poi, è sì giusto cercare, fare domande, studiare, interrogare… ma la fede richiede anche un fidarsi senza capire tutto in anticipo, perché le cose le comprendi solo facendole e fidandoti.
Al nuovo che Dio prepara, l’angelo offre a tutti un incoraggiamento: “Non temere”.
Immagine: Antonello da Messina, l’Annunciata (1475), particolare