Amoris laetitia, una rivoluzione del linguaggio

Uno studio del sociologo fossanese Gino Grosso

In Italia, in ogni anno recente sono falliti almeno 90.000 matrimoni. Quelli religiosi hanno mostrato una tenuta superiore agli altri, tuttavia una stima dei fallimenti tra di loro è prossima a 40.000. La maggior parte di essi è seguita dal divorzio, da un matrimonio civile o da una convivenza. In Italia i secondi matrimoni sono circa 35.000 ogni anno e riguardano in prevalenza persone divorziate. Le realtà nei maggiori Paesi occidentali di tradizione cristiana (Francia, Spagna, Germania, Stati Uniti) non sono migliori di quella italiana; nel mondo ci sono situazioni disparate.       Papa Francesco ha deciso di intervenire su questo problema: con una rivoluzione del linguaggio ecclesiale.

Storia recente

Dopo i due Sinodi mondiali sulla famiglia del 2014 e 2015 Papa Francesco ha pubblicato l’esortazione apostolica “Amoris Laetitia” il 19 marzo 2016. Con la lettera apostolica “Mitis Iudex Dominus Iesus (MI)” del 2015 aveva anche riformato la procedura ecclesiastica per le dichiarazioni di nullità matrimoniale. La “Amoris Laetitia” ha ricevuto numerose e prevedibili critiche a vari piani. Il punto più dibattuto è la concessione, a certe condizioni, dei sacramenti ai divorziati risposati.

Il punto di vista delle scienze umane: una analisi dei mutamenti

Un importante studioso tedesco, Niklas Luhmann, in un testo dal titolo pertinente “amore come passione” ha individuato quattro principali codici (linguaggi) di comunicazione. Li presentiamo in un esempio applicato alla comunicazione nella Chiesa.

Codice                 Descrizione                                                                               Esempio

– Amore:                 agire per i bisogni dell’altro                                                  il samaritano

-Dialogo:                comunicare alla pari, in reciprocità                                    amico, cos’è la misericordia?

– Arte:                     rappresentare i sentimenti sorpresi dalla bellezza           l’autore e noi

– Potere:                 agire a fronte dell’agire altrui                                               divorziato risposato? È adulterio!

>> Ai divorziati risposati la Chiesa fino alla “Amoris Laetitia” rispondeva solo con il codice del diritto, del potere: è adulterio, non possiamo fare nulla! I parroci non sono/non erano certo insensibili alla sofferenza delle famiglie ferite e usavano pure altri codici: dialogo, amore, subordinati però al codice del Diritto.

>> La rivoluzione di Papa Francesco: con la “Amoris Laetitia” rivaluta tutti i codici di comunicazione:

– Amore > Accogliere tutti (la chiesa ospedale da campo);

– Dialogo > Accompagnare e Discernere (A.L. cap.8);

– Arte > nella Amoris Laetitia ecco la bellezza dell’Amore (par. 90-119);

– Diritto > con la Mitis Iudex riforma e semplifica il processo matrimoniale.

>> Il linguaggio del potere, del diritto non è più prioritario. Tuttavia la logica del processo canonico è rimasta invariata, mentre la procedura è stata semplificata: eliminato l’appello obbligatorio, decentrate le sedi dei processi e rivista la imputazione dei costi, con una forte riduzione a favore dei fedeli. Coloro che hanno dubbi sulla validità iniziale del loro matrimonio sono invitati a ricorrervi con l’aiuto della Chiesa stessa (A.L. n. 244). Torneremo su questo punto.

>> Il dissenso: i detrattori del Papa (che taluni definiscono eretico!) mostrano di non saper distinguere i vari linguaggi che egli usa. Se i biblisti ragionassero così insegnerebbero ancora che il sole gira intorno alla terra, creata da Dio in sette giorni 4.000 anni fa! Una critica al Papa è quella di non ribadire ogni giorno che il matrimonio civile dopo il divorzio è adulterio. Ritorna alla mente una storiella ecclesiastica: “Dotti religiosi stanno dibattendo questioni filosofiche… Viene a mancare la luce. Alcuni dissertano sulla luce, il gesuita si allontana… dopo poco la luce ritorna”… Il Papa, da buon gesuita, mentre altri gridano adulterio, invita la Chiesa ad accompagnare, accogliere i divorziati risposati, aiutarli a discernere sulla loro situazione ed integrarli nella comunità.

>> Questo non è buonismo ma realismo. Osserviamo le dinamiche relazionali, i passaggi cruciali di queste vicende umane: crisi di coppia, separazione, divorzio, i figli, trovare un nuovo partner …sono passi spesso dolorosi, strazianti, che coinvolgono stuoli di psicoterapeuti, non già avventure erotiche (nella maggior parte dei casi). Pertanto è spesso da escludere la presenza della piena avvertenza e del deliberato consenso; il discernimento può dunque portare a concludere per una ridotta gravità della scelta compiuta e incoraggiare un nuovo cammino di fede.

>> Residua però un problema serio. L’applicazione della A.L. consente (a certe condizioni) i sacramenti ai divorziati risposati (cfr par. 305 – nota 351). Le resistenze nella Chiesa sono numerose, più importanti sono quelle non polemiche ma preoccupate. Le diocesi stanno preparando, come richiesto dal Papa, percorsi per coloro che desiderano avvicinarsi alla Chiesa e questi percorsi comprendono anche indicazioni in merito alla somministrazione dei sacramenti. Le diocesi Cuneo – Fossano hanno preparato una bozza, molto equilibrata e prudente che responsabilizza la nuova coppia. Nella Chiesa circolano due visioni: l’Eucarestia come premio per i sani, l’Eucarestia come medicina per i malati… In questo dilemma è da escludere il considerare l’Eucarestia come un diritto.

>> Per evangelizzare disponiamo di quattro linguaggi: usiamoli tutti! La “Amoris Laetitia” prevede espressamente il ricorso ai tribunali ecclesiastici da parte dei coniugi che ritengono il loro matrimonio cristiano non valido dall’origine (A.L. n.244). Perché non si ricorre di più ai tribunali ecclesiastici? Dalle loro sentenze può uscire la serenità di coscienza per numerosi fedeli.

>> Ci sono difficoltà: da parte dei fedeli, esistono molte riserve, apparse con chiarezza in una ricerca campionaria effettuata tra 700 fedeli della diocesi di Fossano nel 2013 (con Paolo Tassinari e la sua equipe):

– per l’indagine su aspetti intimi della vita matrimoniale;

– pregiudizi: costa cara (il problema è superato);

– superficialità: perché i testimoni?

Anche nel clero esistono perplessità sul ricorso diffuso al tribunale ecclesiastico.

>> Per superare queste difficoltà occorre un lavoro intenso a vari livelli. Negli Stati Uniti le cause presso i tribunali ecclesiastici, a parità di numero di fedeli, sono dieci volte più numerose che in Italia (nel 2015: oltre 30.000, a fronte di 2.200 circa). Nel Comune di Fossano tra il 2007 e il 2016: 330 divorzi, 1 sola dichiarazione di nullità. Le modalità con cui i giuristi canonici americani accolgono le richieste dei fedeli andrebbero approfondite ma, negli Stati Uniti riscontriamo una cosa ben più importante: i fedeli cattolici risposati si fidano della Chiesa, anche se il suo giudizio non ha rilevanza civile (a differenza dell’Italia).

>> Ha senso dichiarare nullo un matrimonio celebrato dieci anni prima? Sì, con ponderatezza. Secondo una teoria accreditata la coppia umana moderna può essere intesa come un sistema di relazioni che si evolve nel tempo a partire dalle “definizioni della situazione” date all’inizio (“ci amiamo… speriamo che duri”). Definizioni impegnative ma superficiali (“saremo sempre felici”, “la mamma può vivere con noi”) possono minare la tenuta della coppia al sorgere di problemi, anche dopo anni dal matrimonio. Talune di queste dinamiche sono affini, omologhe alle motivazioni prese in considerazione dal diritto canonico per dichiarare nullo un matrimonio (es. rifiuto dell’indissolubilità, immaturità, scelta non libera…).

Conclusione

Il codice, il linguaggio del diritto imposto come potere sulla materia matrimoniale è destinato ad allontanare dalla Chiesa una quota crescente, già oggi elevata di fedeli. Spesso costoro sono ignari del problema, privi di qualsiasi avvertenza benché sposati in chiesa. Quasi tutti gli Stati moderni nella loro legislazione considerano “normale” il divorzio seguito da nuove nozze. Tale è anche l’opinione pubblica e privata costruita in occidente dagli influenti che dominano la tv e gli altri mass media. Se definiamo “adulteri” i coniugi risposati civilmente ci troviamo presto convocati davanti ad un tribunale italiano. L’accoglienza invece può aprire la strada a cammini di ricerca spirituale ed anche di rinascita personale. Dobbiamo pregare per Papa Francesco che sfida i papisti ad oltranza nelle loro certezze procedurali, linguistiche, perché l’insegnamento di Gesù sul matrimonio non è in discussione, meno che mai da Papa Francesco, basta scorrere la Amoris Laetitia per convincersi.

di Gino Grosso