La catechesi di fronte alla sfida dei preadolescenti

Prosegue il percorso di formazione a Centallo con l'ultimo appuntamento lunedì 31 marzo

Nelle scorse settimane ha preso il via il corso di formazione permanente per i catechisti che pone quest’anno l’attenzione sulla generazione dei preadolescenti. Lasciamo la parola a due delle circa cento catechiste che vi hanno preso parte.

«Il relatore del primo incontro, lo psicologo e psicoterapeuta dr Luca Corbetta ha delineato, a partire anche dalle suggestioni dei catechisti, lo stereotipo di adolescente agli occhi degli adulti. Entrando più in profondità, oltre la superficie, sono emersi tanti aspetti positivi di questi giovani ragazzi e ragazze che, in balia dei cambiamenti fisici ed emotivi della loro età e alla ricerca di se stessi, finiscono con lottare furiosamente per uscire dagli schemi nei quali gli adulti vogliono relegarli.
Il tema del rapporto tra adulti e adolescenti è diventato di moda, se ne parla davvero in tantissime occasioni e ciò che sembra emergere ogni volta è che gli adolescenti sono un problema senza soluzione; bisogna aspettare che passi questo periodo e sperare in tempi migliori.
Nell’incontro a Centallo è emerso invece che gli adolescenti di cui ci lamentiamo oggi sono in realtà quei bambini che da piccoli venivano osannati dai genitori per il loro successi, spronati a essere i migliori, protetti sempre e comunque da qualsiasi sofferenza o delusione; sono quei bambini a cui sono stati affidati strumenti da adulti (pc, tablet, cellulari) anche se non avevano la capacità di comprenderne la portata; bambini a cui è stata vietata la noia, capaci di pilotare la scelta degli amici dei genitori e delle vacanze perché, il luogo e la compagnia giusta evitavano la fatica di intrattenerli e non si correva il rischio che la fantasia prendesse il sopravvento.
È stato sottolineato il fatto che ogni genitore desidera il meglio per il proprio figlio e fa il meglio che può. Ciò nonostante gli adolescenti di oggi sono cresciuti spesso come piccoli Lord senza regole e quando arriva il momento in cui vogliono affermare la loro opinione, gli adulti corrono al riparo mettendo limiti e divieti mai impiegati nell’infanzia.
Queste riflessioni invitano a spostare l’attenzione dagli adolescenti agli adulti. Se si lavora bene negli anni dell’infanzia, senza caricare i figli di aspettative e cercando di essere per loro buoni adulti di riferimento, probabilmente districarsi tra ormoni impazziti e voglia di indipendenza risulterà meno impossibile.» (Paola Dutto)

«Siamo in crisi con i preadolescenti? Fatichiamo a riconoscere nei ragazzi che abbiamo davanti gli stessi bambini che partecipavano agli incontri lo scorso anno? È tempo di andare in crisi, purché sia una CRISI PROPOSITIVA, o almeno questo è l’invito che don Giovanni Fasoli ci ha rivolto durante l’incontro di formazione di lunedì 17 marzo.
I bambini che facevano parte del nostro gruppo sono cresciuti e sono cambiati, ora sono ragazzi, hanno nuovi gusti e nuove passioni, si esprimono con un linguaggio diverso, quindi noi dobbiamo cambiare, per non correre il rischio di non riuscire più a comunicare con loro.
Le proposte di attività, di gioco, di riflessione e di preghiera vanno totalmente modulate sulla loro vita, sulle dinamiche che vivono quotidianamente, perché il catechista è un coach che non cammina sopra, davanti o dietro ai ragazzi, ma che cammina accanto.
È stato curioso, e probabilmente per molti di noi insolito, seguire don Fasoli nel proporci un paragone tra il trailer di presentazione di un gioco amato dai ragazzi (The legend of Zelda) e il modo in cui dovremmo farli sentire nel percorso di scoperta della fede:
– “ho un ruolo e una missione” (la scoperta dev’essere attiva, occorre progettare esperienze da far vivere, non discorsi da ascoltare)
– “è qualcosa che posso fare solo io” (i ragazzi sono preziosi, hanno un valore, devono sentire autentica la nostra stima e fiducia)
– “non sono solo” (la chiesa è una comunità)
– “sono una speranza per gli altri” (la fede si trasmette per testimonianza, il messaggio del Vangelo va condiviso)
– “venitemi a cercare!” (siamo noi adulti a doverli frequentare, a doverli scoprire nel cambiamento dell’età)
Faticoso? Forse un pochino, ma è tempo di cambiare il nostro atteggiamento, ne varrà sicuramente la pena!»
(Federica Bernardi)

Il percorso formativo non è ancora concluso! Ci ritroveremo lunedì 31 marzo sempre a Centallo (con il solito doppio appuntamento del pomeriggio e della sera) per provare, con l’aiuto dell’équipe formativa dell’Ufficio Catechistico, a metterci “in gioco con fiducia” in questa entusiasmante, seppur difficile, partita educativa adulti-preadolescenti.

 

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