Strade di felicità nell’alleanza uomo e donna

20170506_181350Gli sposi cristiani trasudano felicità? O sono particolarmente capaci a nasconderla? Questo convegno ci ha messo di fronte a quesiti scomodi ed impegnativi. Dove è radicata la gioia di vivere delle coppie? La vocazione del matrimonio è a campare o a salvare il mondo?

Delle risposte a questi interrogativi don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio di pastorale familiare CEI,  sulla scia di Papa Francesco e di Amoris Laetitia, ha voluto andassimo alla ricerca sulle nostre “Strade di felicità nell’alleanza uomo-donna”. Perché radicati in Cristo si può parlare di felicità pur con tutte le difficoltà, le ansie, e le preoccupazioni quotidiane. Cristiani non sopra la realtà, sulle nuvole, ma incarnati in quella cosa, molto complicata, chiamata “VITA”.

Due Famiglie dalla Diocesi di Fossano si sono unite agli oltre trecento partecipanti della XIX settimana nazionale di studi sulla spiritualità coniugale e familiare, promossa dall’Ufficio di Pastorale familiare della CEI che si è svolta ad Assisi dal 28 aprile al 1 maggio.

Numerosi sono stati gli interventi che hanno arricchito il programma, che ha però avuto il suo punto fondamentale nella giornata di domenica, con lo svolgimento dei Workshop, 10 gruppi di lavoro che hanno coinvolto tutti i partecipanti nell’approfondimento di altrettante tematiche individuate dall’Ufficio CEI.

Dopo 3 anni dedicati all’approfondimento della tematica relativa alla differenza di genere (un ciclo dal titolo “Maschio e femmina li creò”), oggi la pastorale familiare italiana, affiancata dalla nutrita presenza di seminaristi provenienti da tutto il territorio nazionale, e dei rappresentanti dei movimenti ecclesiastici si muove alla ricerca della via della gioia, auspicata nell’esortazione Amoris Laetitia da Papa Francesco, ma già preannunciata da svariati documenti della Chiesa, rimasti forse troppo a lungo disattesi.

Questo ci ha ricordato con pacatezza e determinazione Mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena, che, in un’analisi partita da Gaudium et Spes (costituzione apostolica conciliare del 1965) per arrivare ad Amoris Laetitia, ha aiutato i presenti a ripercorrere le tappe fondamentali attraverso le quali la Chiesa ha delineato la “teologia coniugale”, i passi che hanno condotto la Chiesa oggi ad associare all’immagine del matrimonio le vie della gioia, una buona notizia davvero! Forse però sposi cristiani e presbiteri non sempre hanno colto questo messaggio fino in fondo, non hanno saputo tenere il passo con i padri della Chiesa, come Papa Francesco stesso ci ricorda in AL. Provocato proprio in merito ad AL, in particolare rispetto alla possibilità che l’interpretazione dell’esortazione possa determinare una modifica della dottrina, Mons. Castellucci risponde ricordando alla platea come nostra principale cura debba essere un’altra, ovvero quella della carità. La verità (della dottrina), ci dice, non può mai andare a discapito della carità, poiché proprio quest’ultima è la verità, e cioè che Dio è amore. Del resto “non esiste una verità che salva ed una che condanna, ma solo una verità che salva”. Questo ci avevano anticipato nel primo pomeriggio di lavori Mons. Galantino, segretario generale della CEI, ed il prof. Melloni, storico del cristianesimo, impegnati in un confronto condotto con la consueta professionalità dalla nota conduttrice televisiva Lorena Bianchetti. Preziose testimonianze di coppie di varie età hanno dato ulteriore consistenza e concretezza alle tematiche affrontate nel dibattito.

A don M. Gronchi, docente di Cristologia presso la P. Università Urbaniana, il compito di illustrare AL al numero 122: il matrimonio come processo dinamico, che avanza con l’integrazione dei doni di Dio. Infine a Padre M. J. Arroba Conde (preside dell’Istituto Utriusque iuris) la difficile impresa di delineare il rapporto tra la norma e la persona, allorchè nell’allenza uomo-donna si apra una ferita che necessita, anche, di ricorrere ai testi legislativi, per aiutare a comprendere ed elaborare.

I lavori dei workshop hanno quindi chiuso il convegno lasciando ai partecipanti proposte operative concrete, con le quali mettere mano nel prossimo anno pastorale alle strade, ai cantieri, di felicità nell’alleanza di una vita tra l’uomo e la donna, riscoprendo concretamente che “non si vive insieme per essere sempre meno felici, ma per imparare ad essere felici in modo nuovo” (AL, 232).

Loredana e Davide, Margherita e Marco