Ritiro di Quaresima per gli addetti della Curia

Don Pino Isoardi ha proposto una meditazione sulla Lettera Apostolica Gaudete et exultate di papa Francesco

Nella mattinata di venerdì 3 marzo, presso il Vescovado nuovo di Cuneo, si è tenuto il Ritiro di Quaresima per gli addetti della Curia diocesana e gli organismi ad essa collegati. Dopo la meditazione di don Pino Isoardi, del Centro contemplativo missionario Charles de Foucauld di Cuneo, si è dedicato un tempo prolungato alla preghiera personale davanti all’Eucarestia.

(Rom 8, 14 – 16. 28 – 29) Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli.

 

 

1. Santità senza aureola

Lascia che la grazia del tuo Battesimo fruttifichi in un cammino di santità. Non ti scoraggiare, quando senti la tentazione di invischiarti nella tua debolezza, alza gli occhi al Crocifisso e digli: “Signore, io sono un poveretto, ma tu puoi compiere il miracolo di rendermi un poco migliore”. (G. et E. 15)

2. Sguardo giusto sui santi e su noi stessi

Non tutto quello che dice un santo è pienamente fedele al Vangelo, non tutto quello che fa è autentico e perfetto. Ciò che bisogna contemplare è l’insieme della sua vita, il suo intero cammino di santificazione, quella figura che riflette qualcosa di Gesù Cristo. (G. et E. 22)

3, La legge sintetizzata in un volto da amare

In mezzo alla fitta selva di precetti e prescrizioni, Gesù apre una breccia che permette di distinguere due volti, quello del Padre e quello del fratello. Non ci consegna due formule o due precetti in più. Ci consegna due volti, o meglio, uno solo, quello di Dio che si riflette in molti. (G. et E. 61)

4. Pregare sì, ma in modo incarnato

La preghiera è preziosa se alimenta una donazione quotidiana d’amore… Il modo migliore per discernere se il nostro cammino di preghiera è autentico sarà osservare in che misura la nostra vita si va trasformando nella direzione della misericordia. (G. et E. 104, 105)

5. Santità non è tristezza

Il santo è capace di vivere con gioia e senso dell’umorismo. Senza perdere il senso della realtà, illumina gli altri con uno spirito positivo e ricco di speranza… Ci sono momenti duri, tempi di croce, ma sempre rimane almeno come uno spiraglio di luce che nasce dalla certezza personale di essere infinitamente amato, al di là di tutto. (G. et E. 122, 125)

 

DOMANDE

  1. Penso a due persone sante senza aureola e mi chiedo: quale messaggio evangelico hanno testimoniato o testimoniano?
  2. Come cerco di collegare la preghiera alla vita e la vita alla preghiera?