Is 11,1-10; Sal 71; Rm 15,4-9; Mt 3,1-12

Il sogno e il futuro che ci chiama

II Domenica di Avvento (Anno A)

Peter H. Harskamp 12

“Il Regno dei cie­li è vicino, convertitevi”: così annuncia Giovanni il Battista.

Dio è vicino.

Anche se, per ora, solo il profeta vede i passi divini. Ma «non è la Rivelazione che s’attarda / sono i nostri oc­chi non ancora pronti» (E. Dickinson).

Dio è vicino.

E il suo Regno sembra una rete che raccoglie insieme, in ar­monia, il lupo e l’agnello, il leone e il bue, il bambino e il serpente (parola di Isaia), popoli stranieri e estranei tra loro, per una nuo­va architettura del mondo e dei rapporti umani.

Quel Regno, oggi, non si è ancora rea­lizzato del tutto?

Non importa, il so­gno di Dio è il nostro futuro che ci chiama.

E quel sogno può cambiare la vita: “Stare vicino a me è stare vicino al fuoco”»(detto attribuito a Gesù nel Vangelo a­pocrifo di Tommaso).

“Convertitevi!”: più che un or­dine è una opportunità. La conversione è possibile se non la pensiamo come un’opera che facciamo noi, ma come un aprirci alla potenza di Dio che opera in noi. Per questo nella vita il cambiamento è possibile sempre, poiché, per grazia, nessuna situa­zione è senza via d’uscita.

Di fronte a qualsiasi circostanza, anche nelle esperienze non facili o incomprensibili, qualcosa di buono ci è offerto. C’è solo da capire come e dove, in quella particolare situazione ci sia quel buono che non può mancare.

E questo non per essere ottimisti a tutti i costi, anche di fronte a situazioni incomprensibili e inaccettabili, ma per la convinzione che Dio è sempre all’opera, anche là dove a noi non sembra. Tutti possono “portate frutti de­gni di conversione”.

Il Signore viene, e ci aiuta nell’impe­gno a ridurre la distanza tra il suo sogno e la realtà nella quale viviamo. Perché il peccato non è trasgredire delle regole, ma infrangere un sogno.

 

 

 

Immagine: Peter H. Harskamp 12