A Scalea, in terra Calabra, dal 15 al 17 giugno si è tenuto il Convegno Nazionale dei Direttori degli Uffici catechistici e dei membri delle equipe diocesane.
Nel discorso che Papa Francesco donò ai partecipanti all’udienza concessa in occasione del 60° Anniversario dell’Istituzione dell’UCN nel gennaio 2021, il Santo Padre diceva: «La catechesi è l’eco della Parola di Dio. […] La catechesi è dunque l’onda lunga della Parola di Dio per trasmettere nella vita la gioia del Vangelo. Grazie alla narrazione della catechesi, la Sacra Scrittura diventa “l’ambiente” in cui sentirsi parte della medesima storia di salvezza, incontrando i primi testimoni della fede». E poco oltre ricordava che la Parola di Dio trasmette il kerygma, l’annuncio fondamentale della fede cristiana: il mistero della morte e risurrezione di Cristo.
Il Convegno ha visto la presenza di 220 partecipanti provenienti da diverse diocesi d’Italia, fra le quali una buona rappresentanza delle diocesi piemontesi. Cuneo-Fossano è stata rappresentata dalla partecipazione di Nives Gribaudo, Incaricata Diocesana per la Catechesi e attualmente membro dell’équipe formativa dell’Ufficio Catechistico Nazionale.
Molto interessanti i contributi offerti dai relatori. Il Convegno ha preso il via giovedì pomeriggio con una duplice riflessione su “La Catechesi nel tempo pandemico: criticità e prospettive” offerta da don Andrea Ciucci e dalla Prof.ssa Elena Granata per poi approdare alla relazione “Annunciare il Cristo Risorto: quali novità?” di Mons. Antonio Pitta. Il venerdì mattino è stato il momento di don Paolo Mascilongo che ha offerto ai presenti un’esperienza di Catechesi Biblica a partire dalla figura di Pietro. Don Alberto Zanetti ha successivamente fornito una sintesi della verifica sul documento “Incontriamo Gesù”. Il venerdì pomeriggio è stato il momento dei laboratori regionali volti a permettere un proficuo confronto per riconoscere, interpretare e scegliere prassi rinnovate di annuncio incarnato. Il Convegno si è concluso sabato mattina con l’intervento di Mons. Franco Giulio Brambilla che ha posto l’accento sul racconto del Vangelo e sul legame tra Kerygma e catechesi.
La particolarità che ha contraddistinto questo Convegno rispetto a quello dello scorso anno, è stata la scelta metodologica. Una metodologia rinnovata che ha permesso ai partecipanti di vivere una esperienza formativa trasformativa. L’utilizzo dei “tavoli sinodali”, ad esempio, ha favorito il confronto in piccolo gruppo e la possibilità di interloquire direttamente con i relatori grazie alla presenza dei facilitatori e all’uso di un’apposita App predisposta dall’équipe formativa. Altrettanto coinvolgenti le tecniche utilizzate nei laboratori regionali del venerdì pomeriggio che hanno permesso di approfondire ulteriormente i contributi ascoltati negli incontri precedenti per provare ad intravederne l’applicazione nella propria realtà territoriale. Sfida accolta dalla nostra rappresentante che nei prossimi mesi troverà senz’altro modo di condividere con i catechisti la bellezza di quanto sperimentato e vissuto.