Is 2,1-5; Sal 121; Rm 13,11-14; Mt 24,37-44

Anche un tempo non si accorsero di nulla

I Domenica di Avvento (Anno A)

E. Hopper, Cape Cod Morning (1950)

Non è raro sentire l’espressione che “una volta era meglio, c’era più fede, ci si voleva più bene” e che, quindi, ora andiamo sempre peggio.

Sarà.

Nel vangelo, però, Gesù ci dice che anche i nostri padri “non si accorsero di nulla” (Mt 24, 39). Non facevano nulla di male, mangiavano e bevevano, si sposavano. Insomma, vivevano. Vivere, però, è anche altro: è non essere distratti, è uscire da una certa quotidianità che ti chiude gli occhi sul mistero della vita.

Ai tempi di Noè non si accorsero del diluvio che stava arrivando; ai tempi di Gesù non si accorsero della presenza del Figlio di Dio; noi non ci accorgiamo dei semi di vangelo sparsi nel mondo, non ci accorgiamo di chi ci vive accanto.

Ecco: il tempo dell’Avvento è un tempo per svegliarci, per non vivere da distratti. È il tempo dell’attenzione.

Ed essere vigilanti, per Gesù, significa essere presenti a ciò che sta accadendo. Quando il Maestro sale al Getsemani, ai discepoli non chiede di non dormire, ma di accorgersi del dramma che Lui sta vivendo.

Brecht scriveva “Ti prego: sotto il familiare scopri l’insolito, sotto il quotidiano osserva l’inspiegabile. Che ogni cosa che diciamo abituale, possa inquietarti”.

Nel De Bello Gallico di Giulio Cesare si legge che c’erano dei soldati romani detti “desiderantes”, cioè che attendevano vegliando sotto le stelle i compagni non ancora rientrati all’accampamento dopo la battaglia.

L’Avvento è tempo per desiderare e attendere quel Dio che viene – dice il vangelo – come un ladro. Metafora spiazzante, perché il Signore è un ladro che non ruba niente, dona tutto, viene con le mani piene. Ma l’incontro con Lui è rapinoso, ti obbliga a fare il vuoto, a rinunciare a mille cose inutili, altrimenti ciò che Egli porta non trova spazio.

Come il ladro è attirato dalla ricchezza, così Dio è attirato da quella ricchezza che sono io, che siamo noi.

Si accorgono di Lui i desideranti, come i Magi.

E il natale di un Dio che prende la carne umana, dice che anche Dio è un desiderante e attende che io mi incammini verso di Lui.

Accogliamo anche noi l’invito del profeta Isaia: “Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore” (Is 2,5).

 

Immagine: E. Hopper, Cape Cod Morning (1950)