1 giugno 2023: Omelia del vescovo Giuseppe Guerrini e immagini

Siamo qui per ringraziare, cioè per riconoscere che la grazia del Signore ha agito in noi, nei passi della nostra vita

Mc 10,46-52

Una pagina di guarigione ma anche di vocazione.

Bartimeo è a terra, sedeva lungo la strada a mendicare. Passa Gesù, lo chiama: Coraggio! Alzati, ti chiama! Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Ed è un venire da Gesù che gli cambia la vita perché non solo riacquista la vista, ma lo seguiva lungo la strada. Ogni chiamata, ogni vocazione è intessuta di tanti elementi: c’è l’iniziativa di Gesù (alzati, ti chiama!) ma c’è anche il grido reiterato di Bartimeo. Così è stato per la nostra chiamata al ministero ordinato: che intreccio di esperienze, di incontri, di sogni, di natura e di grazia! Dove è importante la sensibilità di ciascuno, ma anche le radici familiari, le amicizie, le letture. La Grazia del Signore attraversa questa realtà personale. Nel mio caso non c’è stato un mantello buttato in aria o un balzo improvviso, ma un cammino più regolare. Ognuno con la propria storia. Siamo qui per ringraziare, cioè per riconoscere che la grazia del Signore ha agito in noi, nei passi della nostra vita.

Bartimeo segue Gesù lungo la strada. E dove porta questa strada? Se leggiamo il versetto successivo ci accorgiamo che porta a Gerusalemme. Gesù entra in città. E mi chiedo: cosa avrà fatto Bartimeo nei giorni successivi, quelli della Passione e della Glorificazione? Seguire il Signore Gesù, la vocazione, ogni vocazione richiede tanti passi, non basta un balzo. Dopo la Messa del Crisma di quest’anno papa Francesco ha donato ai partecipanti un libretto dal titolo: “La seconda chiamata – il coraggio della fragilità” ove sono riportati diversi contributi (dal Card. Martini a Luciano Manicardi, Mons. Corti ed anche i coniugi Bovani), in particolare una riflessione di p. Voilleaume che dà il titolo alla raccolta. È una lettera scritta nel 1957, a circa 25 anni dalla fondazione dei Piccoli Fratelli, di fronte ad una situazione sociale e culturale profondamente cambiata. Si tratta di ripensare la propria vocazione, di rinnovare la risposta, di approfondire le motivazioni.  Mi pare di poter dire che la vocazione al ministero nel mio caso abbia voluto dire diverse vocazioni, non penso solo all’episcopato ma a modalità di ministero a cui negli anni del Seminario non avevo mai pensato, come l’insegnamento della religione nelle scuole statali. Ma penso che sia così per tutti. C’è una seconda chiamata, ma spesso anche una terza, quarta, ennesima chiamata.

Stiamo vivendo tutti una vocazione nuova in questo cambiamento d’epoca come non si stanca di ricordarci il Papa. Cambiamenti profondi, che ci riempiono di angoscia, ma che sono il tempo favorevole, il kairòs per l’annuncio del Vangelo. In questi anni mi ha aiutato molto un libretto di p. Silvano Fausti: Elogio del nostro tempo (1997), e più recentemente le riflessioni di chi ci aiuta a cogliere le potenzialità di un tempo che descriviamo come postcristiano (penso i tanti articoli e libri anche dei nostri teologi locali).  La prospettiva sinodale che stiamo vivendo e la stessa unificazione delle diocesi di Cuneo e Fossano sono altrettanti motivi di cui rendere grazie e kairoi da cui prendere slancio e coraggio: coraggio! Alzati, ti chiama! Gesù lo dice a noi, oggi!

Permettetemi un accenno alla prima lettura: ricorderò ora le opere del Signore e descriverò quello che ho visto. Sono tante le pagine della Scrittura che ricordano le opere del Signore, l’ambiente in cui viviamo, iniziando dalle prime due pagine della Genesi. Finita la cultura contadina impregnata dal senso del mistero nei confronti della natura, che si traduceva nella gratitudine, nella responsabilità e nella laboriosità, mi pare abbiamo un po’ trascurato questa dimensione. Qui, nella nostra terra e nell’educazione data ai ragazzi ci ha salvato l’amore alla montagna. Come Chiesa fatichiamo a valorizzare l’insegnamento della Laudato si’ (ci ha pensato di più Greta Thunberg!). Lo sguardo riconoscente, capace di stupore e di meraviglia, abbracci insieme il Monviso e i doni di grazia che il Signore ha operato nella nostra vita.

Coraggio! Alzati, ti chiama! Ma anche la parola successiva che Gesù rivolge a Bartimeo e a ciascuno di noi: cosa vuoi che io faccia per te? Siamo qui riuniti in preghiera anche per rispondere a questa domanda.

✠ Giuseppe Guerrini, vescovo emerito di Saluzzo