Una rinascita doverosa: il recupero della ex casa del randiere presso il santuario di Sant’Anna di Vinadio

All’interno della rubrica «cantiere del mese», a febbraio 2020 si era proposto il restauro con relativa rifunzionalizzazione dell’edificio denominato «Casa del Randiere» presso il Santuario di S. Anna di Vinadio all’interno di un percorso di recupero e valorizzazione degli edifici rurali di alta montagna che gravitano attorno all’edificio religioso e che, nel corso degli anni, a mano a mano che si attingeva a disponibilità economiche, si sono recuperati secondo una metodologia di intervento non casuale ma frutto di una linea programmata e condivisa. Il 26 luglio 2021, nell’ambito dei festeggiamenti per la festa di S. Anna, l’edificio ed il suo «intorno» sono stati inaugurati, alla presenza di autorità civili e religiose, delle ditte e dei progettisti che hanno partecipato alla realizzazione dell’opera, della comunità di S. Anna, dei pellegrini saliti per la festa. È stato il compimento di un lavoro di squadra in cui tutti gli attori (dagli enti di tutela alle maestranze) hanno contribuito secondo un tavolo di lavoro sempre orizzontale, nel rispetto delle tempistiche imposte, necessarie a chiudere il cantiere. Oltre al significato che questo recupero porta con sé, sia dal punto di vista storico (la testimonianza del vissuto dell’edificio) che funzionale (la necessità di avere una sala polivalente unitamente alla realizzazione di un percorso storico narrativo), ritengo che questa inaugurazione sia maggiormente importante se rapportata al momento in cui viviamo. Recuperare un edificio con la funzione di aggregazione che le è stata data,
significa ora credere in una «RINASCITA» alquanto «DOVEROSA». D. Beppe Panero, rettore del Santuario, nel suo intervento, dice che «[…] intenzione sarà promuovere momenti pastorali, sociali e conferenze all’interno della nuova sala polivalente intitolata a La Guida», quale segnale forte di una ripresa sociale che la pandemia ci ha e sta sempre di più portando via.

Ed allora se l’architettura rappresenta la storia sociale delle donne e degli uomini che l’hanno prodotta, parafrasando le parole di John Ruskin, occorre, ora più che mai, riproporre quella storia, contestualizzata ai giorni nostri, facendo vivere l’edificio in un’ottica di serena fiducia.

Igor Violino