Sviluppare cultura sinodale con il libro

Ascoltare voci
Di per sé un libro è un oggetto muto. Un libro può fare un tonfo sordo se lo si lascia cadere, un sofferto e stridulo suono se si strappa una pagina, o un lieve fruscio quando lo si sfoglia rapidamente. Recentemente si diffonde anche l’uso di libri parlanti: ma si tratta di una diffusione della voce di un lettore, registrata e diffusa da strumenti elettronici. Quindi si può ribadire che anche nel 2021 un libro da se stesso non emette parole. Ma il libro è un oggetto che per sua natura contiene parole ed immagini. Quindi chi è in grado di leggere il testo scritto su un libro o interpretare le immagini in esso stampate, può intendere racconti, idee, messaggi, quasi come se li ascoltasse da una voce! Anzi può dare egli stesso voce alle parole del libro.

Far incontrare e dialogare
Ascoltare un libro, tuttavia, spesso è più impegnativo che ascoltare una persona che ti parla. Prima di tutto occorre decidersi a prendere ed aprire il libro e comprendere caratteri, vocaboli, lingua in cui il libro è scritto. Talvolta le immagini possono integrare o sostituire una certa comprensione, come potrebbe avvenire per me se parlassi con uno che si esprime in arabo: cercherei di cogliere il tono di ciò che dice dai suoi gesti, dal suo volto; ma poi avrei bisogno di un interprete. Il libro inoltre è un interlocutore esigente: per comprenderlo devo prima di tutto usare gli occhi, che necessitano di un contesto di luce e sono i sensi più facilmente distraibili. Normalmente, quindi, per ascoltare un libro è necessario un ambiente di luce e di raccoglimento, proprio come dovrebbe essere per sentire una persona: è meglio vederne il volto e fargli spazio nel silenzio. Spesso il libro scoraggia, perché non si limita a poche parole di circostanza, ma propone percorsi di vita, ragionamenti, insegnamenti… Per seguirlo si richiede interesse o almeno disponibilità a ciò che propone, costanza nel seguirne il tema, pazienza nel riprendere il filo, quando veniamo distratti o fatichiamo a comprendere. Ma in questo il libro ci viene incontro: resta a disposizione se vogliamo risentirlo, se lo coloriamo per evidenziare, lo decoriamo dei richiami per uno schema o per evidenziare le parole che toccano il cuore ed illuminano la mente. Se ritorniamo ad interrogarlo su certe pagine, forse diventerà più eloquente.

Convertire e cambiare pratiche e mentalità
Il libro inoltre non è un prodotto nostro: ci porta le parole di altri, diventando un vero strumento di dialogo, cioè di parole capaci di passare da chi le ha scritte a chi le legge, rilegando aspetti del pensiero dall’uno all’altro! E dato che i libri hanno varcato i secoli, portano tesori interiori di generazione in generazione, come un albero che a nuove stagioni genera germogli e si rinnova in foglie, fiori, frutti. E questo grazie al libro, cioè a quella minuscola pellicola, appena sotto la corteccia, in cui circola la linfa, misterioso nutrimento della pianta, tra terra e cielo! In modo simile nella rapida carrellata di alcuni libri di autori di secoli diversi, nei richiami mensili su questa sequenza, sono passati i testi di alcuni maestri di vita interiore, illuminati a loro volta dalla Parola di Gesù, il logos che si è fatto carne. Noi siamo stati innestati in lui e lo Spirito continua a far circolare la sua linfa. Con l’augurio che questi libri del passato, coi loro fragili fogli, ravvivino la linfa necessaria per frutti utili per l’attuale stagione della Chiesa, la vite del Regno, vero albero della conoscenza del bene e del male, su cui il Cristo ha fatto dono di sé, fino all’ultima goccia di sangue, fino al perdono, promessa di vita, oltre ogni inverno o siccità. Anche se cadono foglie e scarseggiano i frutti, sotto la corteccia rugosa, il sottile libro può far circolare la linfa dell’amore, più forte della morte.