Santuario della Medaglia Miracolosa a Mellana di Boves

Era l’inizio del 1991 quando si procedette ad esaminare come si potevano organizzare i lavori per la chiesa di Mellana. Si è progettato di rifare subito il pavimento, rinnovare l’impianto di riscaldamento e restaurare completamente l’interno. Perché non si è iniziato subito dal tetto visto che all’interno della Chiesa si notavano copiose infiltrazioni di acqua?

Dopo un attento esame della situazione del tetto si è convenuto di ripararlo e rimandarne il definitivo rifacimento. Finiti i lavori programmati, visto che il tetto reggeva bene e non c’erano più perdite, si è proceduto con altri lavori: il Sagrato, il Salone e il Campo Sportivo. Ma una Chiesa non può essere lasciata senza un tetto in sicurezza e, come evidenziato dall’Arch. Soave, ora aveva bisogno di un totale rifacimento. La Chiesa di Mellana è sempre stata amata dai numerosi pellegrini dei gruppi di preghiera, dai parrocchiani e da chi, trovandola sempre aperta e riscaldata, usufruiva di un luogo adatto per un tempo di silenzio e di pace. Fino ad ora, per i suddetti lavori, si è fatto fronte alle ingenti spese (circa 2 miliardi delle vecchie lire) con le offerte dei fedeli ma era necessario fare richiesta di un finanziamento all’8 per mille per sostenere la spesa del tetto. Con tale contributo (circa un terzo della spesa totale) e con le offerte dei pellegrini e dei parrocchiani si porteranno a termine i lavori. Questa chiesa è piccola ma accogliente sia per le celebrazioni liturgiche (molto partecipate), sia per chi si accosta (e sono numerosi) al Sacramento della Riconciliazione, sia per chi, come già dicevo, trova un luogo di pace.
Il Santuario è dedicato a Maria Immacolata che ci fa dono della cosiddetta “Medaglia Miracolosa”. È Maria che attraverso i simboli della sua Medaglia indica ad ogni cristiano la via della conversione e della fedeltà al Vangelo.

Don Giuseppe Laugero

Introduzione dell’architetto Igor Violino, direttore dell’Ufficio di Curia per i Beni culturali ecclesiastici

Relazione dell’architetto Luca Soave