Il 10 giugno 1628, a Cuneo, viene fondato il collegio dei Gesuiti con sede in una parte dell’attuale palazzo municipale. Poco dopo viene costruita la chiesa attigua all’edificio, conosciuta oggi col nome di Santa Maria.
In questo collegio si formarono generazioni di giovani. Proprio da Cuneo partono per la Cina, nella seconda metà del 1600, quattro mis-sionari gesuiti. Due: padre Filippo Grimaldi e il coadiutore Giuseppe Baudino, lavorano alla corte dell’imperatore Kangxi. Il primo come direttore dell’Osservatorio astronomico, il secondo, come medico personale dell’imperatore. Un altro, padre Giovanni Francesco Ferraris, opera nella provincia, ma in stretto contatto con i missiona-ri a corte. Il quarto, padre Carlo Della Rocca, arriva dopo una lunga esperienza in Vietnam e muore dopo pochi mesi di missione in Cina. I quattro gesuiti cuneesi, assieme ai loro confratelli, hanno costruito un ponte fra l’Europa e la Cina. Un ponte fragile che rischiò di essere spazzato via dalla bufera della controversia sui riti. Continua comunque a collegare i due mondi, anche se attraversare questo ponte è ancora oggi difficile. Poco conosciamo della Cina e, ancora meno, della chiesa cinese. La letteratura cristiana cinese resta praticamente inesplorata. I cristiani cinesi hanno elaborato una teologia partendo dalla loro cultura. Hanno letto la Buona Novella alla luce di Confucio, anziché di Piatone come fece S. Agostino o di Aristotele nel caso di S. Tommaso. Il messaggio evangelico è stato annunciato in quelle terre e oggi si è incarnato in una decina di milioni di fedeli che lo vivono e lo esprimono alla maniera cinese. La chiesa universale non può che essere riconoscente di questo grande dono che la aiuta ad essere sempre più cattolica, universale.