Progetti MAB integrati

Per il mese di maggio 2020 si propone, all’interno della rubrica “cantiere del mese”, anche in riferimento al verbo “mitigare” il PROGETTO MAB ovvero la messa a sistema degli istituti Museo
Archivio Biblioteca a livello diocesano, interdiocesano e regionale, dapprima identificato come “cantiere della conoscenza” per poi sfociare nel “cantiere dell’operare”. Ecco allora che se “[…] la
mitigazione è pratica quotidiana della vita sociale e […] nelle relazioni primarie di famiglia, di amicizia, di collaborazione lavorativa, come in quelle tra i gruppi sociali, il cantiere della mitigazione non può mai essere considerato definitivamente chiuso” come scrive d. Giuseppe Pellegrino, anche nella messa in rete degli istituti, seppure accomunati dal cappello burocratico di appartenenza ma diversi fisiologicamente, può risultare a volte complicata l’interazione fra gli stessi se non si tiene a mente il comune denominatore della valorizzazione reciproca con l’obiettivo preciso del fare cultura.

Da alcuni anni, l’ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana promuove la messa in rete degli istituti culturali nelle diocesi italiane attraverso l’emanazione di appositi contributi derivanti dai fondi 8×1000 alla chiesa cattolica: in tal senso, oltre a contributi specifici per ogni istituto (archivio, biblioteca, museo) ci sono anche forme economiche aggiuntive se la diocesi mette in rete almeno due dei tre istituti “obbligandoli” a lavorare assieme con l’obiettivo di percorsi comuni di valorizzazione e promozione. Nella stessa direzione, recependo le indicazioni dell’ufficio centrale, viaggia la Consulta per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della regione ecclesiastica Piemonte e Valle d’Aosta, attraverso la promozione e realizzazione di progetti integrati: sulla scorta di un tema comune con cadenza annuale i progetti sono presentati da un unico attore alla Regione Piemonte mettendo come quota parte di cofinanziamento il
contributo richiesto alla Conferenza Episcopale Italiana, aumentando in tal senso le risorse e quindi la valorizzazione e promozione del grande patrimonio storico artistico e spirituale dei beni culturali ecclesiastici. “[…] La Consulta svolge una funzione di servizio verso le diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta, garantendo il coordinamento di un processo ampio dal punto di vista dell’estensione territoriale (due regioni) e dei BCE e degli istituti culturali coinvolti. Il lavoro di programmazione sul patrimonio culturale ecclesiastico non è un progetto limitato nel tempo ma bensì un processo dove fruizione e valorizzazione si aggiungono alle altre competenze di studio, gestione e tutela, storicamente assolte dagli uffici culturali diocesani. Per questo la Consulta BCE garantisce un coordinamento attento e costante, contribuendo a rafforzare la consuetudine di collaborazione interdiocesana, la definizione di un metodo di lavoro comune e lo scambio di buone prassi tra gli uffici” scrive d. Gianluca Popolla, incaricato regionale per i beni culturali e l’edilizia di culto della Conferenza Episcopale Piemontese e direttore della Consulta, attraverso una governance precisa e strutturata nel tempo che prevede la suddivisione della regione ecclesiastica in quadranti territoriali (a solo titolo esemplificativo le diocesi di Alba Cuneo Fossano Mondovì e Saluzzo sono unite nel quadrante sud-occidentale). Spetta poi alla cabina di regia (composta dall’incaricato regionale, dal coordinatore progettuale, dai referenti di quadrante etc…) mettere a sistema i progetti diocesani componendo il lavoro da presentare per i contributi regionali. Anche la mitigazione deve allora essere strutturata su più livelli: a livello diocesano in cui l’incaricato diocesano mette a sistema “produttivo” e non “contrastante” gli istituti diocesani, a livello interdiocesano e di quadrante dove il referente e coordinatore mette in rete le diocesi appartenenti ed infine, a livello più alto ovvero di regione ecclesiastica in cui l’incaricato regionale assieme al coordinatore del progetto fa lavorare assieme i quadranti sul tema comune secondo le regole del finanziamento. Paradossalmente tale ragionamento operativo potrebbe sembrare irreale, bensì l’esperienza di anni di lavoro condiviso insegna che, seppure con tanti limiti e difficoltà, funziona mitigando a volte l’irruenza con opere di contenimento attraverso il denominatore comune della valorizzazione avendo ben chiara la volontà di fare cultura. In ultimo, come ricordavo nelle considerazioni dello scorso mese, in un periodo complicato e diverso come quello che stiamo vivendo, occorre credo, non interrompere la quotidianità del nostro fare ma adeguarlo alle regole che ci vengono date e rispettarle ripartendo con consapevolezza e serenità verso una nuova normalità. Ben venga allora la cultura della mitigazione nell’epoca dei cambiamenti.

Igor Violino, Direttore ufficio beni culturali ecclesiastici ed edilizia per il culto della Diocesi di Cuneo