Precauzioni sanitarie per l’incontro personale dei sacerdoti con singoli fedeli

Come in ambito morale, anche in questa materia è difficile dare dei suggerimenti che siano universalmente validi per le multiformi situazioni che possono verificarsi nella vita quotidiana e nei rapporti interpersonali. Scendere molto nel dettaglio potrebbe dare delle false sicurezze dal momento che né l’OMS né il Ministero della Sanità né, tanto meno un singolo medico, può essere in grado di fornire elementi certi e validi per ogni situazione particolare (anche le conoscenze in questo ambito si aggiornano rapidamente e l’esperienza con un tipo di infezione fino ad ora mai affrontata, pur con molti punti di contatto con altre simili, si costruisce giorno per giorno). E’ per questo che si possono fornire solo delle indicazioni di carattere generale lasciando al buon senso di ognuno le modalità di attuarle nelle varie situazioni concrete.

Premesso questo, possiamo provare ad esprimere qualche idea che, in ogni caso, va messa in pratica tenendo presente quanto sopra esposto:

  • È difficile, nell’incontro con una persona, riconoscere se siamo di fronte ad un caso sospetto o meno: ci sono i sintomi ma non possiamo conoscere i suoi contatti attuali o precedenti. Per cui sarebbe prudente osservare sempre le distanze opportune (non inferiori al metro con la persona asintomatica) ed evitare il contatto “faccia a faccia” in modo che la fonazione, lo starnuto o il colpo di tosse non investano direttamente l’interlocutore.
  • In linea di massima, il caso sospetto dovrebbe essere in quarantena a domicilio. Pertanto, con chi è in quarantena, prima di ogni contatto diretto, è opportuno lasciar trascorre il periodo della quarantena e, se non si sono sviluppati sintomi o il tampone risulta negativo, si possono riprendere successivamente i contatti diretti, mentre, nel frattempo, vanno mantenuti per telefono o mail.
  • Nel caso che sia richiesta una visita in ambiente domestico per portare conforto religioso, innanzitutto è consigliata come prima opzione quella di verificare se si tratta di vera e grave necessità. Tutto ciò che può essere risolto con un colloquio telefonico oppure con scambio mail va affrontato evitando la visita in casa.
  • Se la necessità è grave e si valuta di dover passare alla visita in casa, è necessario adottare le dovute precauzioni, tenendo presente che, per quanto riguarda ammalati o soggetti in quarentena (in quanto hanno avuto contatti stretti con infetti), dentro l’ambiente familiare è più difficile mantenere delle misure adeguate.
  • In merito alle distanze le precauzioni più strette, da adottare con un caso sospetto o confermato di infezione da COVID – 19, vorrebbero una distanza non inferiore a 2 metri e tempi di contatto (“faccia faccia”) non superiori a 15 minuti (si definisce un contatto “stretto” con caso sospetto o confermato di infezione da COVID – 19 quello avvenuto ad una distanza inferiore a 2 metri e per tempi superiori a 15 minuti).
  • Se si superano queste distanze e questi tempi, ad esempio per l’Unzione degli infermi in un caso sospetto o confermato di infezione, i mezzi di protezione individuale sono più complessi e non facilmente reperibili al di fuori di una struttura sanitaria (mascherine FFP2, visor od occhiali protettivi che sigillano anche lateralmente il viso all’altezza degli occhi, camici impermeabili, guanti), tenendo sempre presente il lavaggio corretto e frequente delle mani. Sarebbe pertanto opportuno evitare di recarsi presso un’abitazione dove vivono persone con le caratteristiche sopra indicate, cercando di sopperire con un colloquio telefonico o con le mail.
  • Va infine considerato che, oltre al rischio personale, c’è il problema della diffusione del virus che va affrontato secondo le indicazioni ministeriali.

 Per quanto riguarda l’uso della mascherina

La mascherina servirebbe solo per contatto con una persona che ha sintomi, situazione più probabile a verificarsi in ambiente domestico piuttosto che in chiesa (la persona potrebbe essere in isolamento domiciliare). La persona che ha sintomi, se viene a contatto con una persona non infetta, dovrebbe indossare la mascherina. La trasmissione avviene solitamente dalla persona sintomatica anche se non si può escludere con certezza che anche quella che ha contratto l’infezione, ma è ancora asintomatica, possa trasmettere il virus.

Dire che è sconsigliata la mascherina in queste situazioni è difficile; semmai si può dire che l’utilizzo della mascherina va valutato caso per caso; certo, l’impiego della mascherina potrebbe non aiutare il colloquio ma non si può prevedere che la persona, apparentemente asintomatica, abbia poi un accesso di tosse o starnutisca durante il colloquio (e nessuno viene sottoposto al controllo della temperatura corporea all’atto dell’ingresso in chiesa!).  Si potrebbe suggerire al sacerdote, per essere più cautelativi, di tenere a disposizione la mascherina, da indossare durante il colloquio, tenendo presenti le indicazioni sul suo utilizzo (come va indossata e rimossa, quando va cambiata ecc.), senza dimenticare il lavaggio corretto e frequente delle mani.

Come indossare, rimuovere e smaltire in modo corretto una mascherina

 È importante seguire alcune regole per indossare, rimuovere e smaltire in modo corretto una mascherina. Altrimenti questo dispositivo, usato per ridurre il rischio di contagio, “invece di proteggerci può diventare una fonte di infezione a causa dei germi che potrebbero depositarsi sopra”. Lo spiega l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in un videotutorial pubblicato sul suo sito web.

  1. Prima di indossare una mascherina, pulire le mani con un disinfettante a base di alcol o con acqua e sapone.
  2. Nel coprire la bocca e il naso, assicurarsi che non vi siano spazi tra il viso e la mascherina.
  3. Evitare di toccare la mascherina mentre la si utilizza e, se necessario farlo, pulire prima le mani con un detergente a base di alcool o acqua e sapone
  4. Sostituire la mascherina con una nuova non appena è umida e non riutilizzare quelle monouso.
  5. Per togliere la mascherina: rimuoverla da dietro (senza toccare la parte anteriore); buttarla immediatamente in un contenitore chiuso; pulire le mani con un detergente a base di alcool o acqua e sapone.

Quando va indossata la mascherina?

L’Oms raccomanda di usare la mascherina di protezione solo se si sospetta di aver contratto il nuovo Coronavirus e si presentano sintomi quali tosse o starnuti, oppure se ci stiamo prendendo cura di una persona con sospetta infezione da nuovo Coronavirus. L’uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani. Non è utile indossare più mascherine sovrapposte. L’uso razionale delle mascherine è importante per evitare inutili sprechi di risorse preziose.

 Cuneo – Fossano, 18 marzo 2020

 

PS

I presbiteri e i diaconi che necessitano di suggerimenti e, se possibile, di aiuto per reperire le mascherine possono rivolgersi alle Segreterie delle Curie diocesane, e cioè:

per la Diocesi di Cuneo a Emiliano Tosello

emiliano.tosello@diocesicuneo.it

per la Diocesi di Fossano a Paolo Tassinari

comunicazioni@diocesifossano.org