Pio VII prigioniero a Cuneo

La circostanza di una Pasqua senza riti pubblici riporta alla memoria le tristi esperienze di due secoli or sono, quando, per oltre vent’anni cioè il tempo di una generazione, si ebbero ripetuti periodi di impossibilità di celebrare ufficialmente la settimana santa.

In tale contesto si era verificato il passaggio di papa Pio VII a Cuneo, nel 1809, prigioniero di Napoleone ed in transito verso il carcere di Savona. L’avvenimento, particolarmente significativo per la nostra città, perché lo stesso papa nel 1817 istituì la diocesi in Cuneo, era stato ricordato dieci anni or sono con un convegno di studi e la pubblicazione del volume “Pio VII prigioniero a Cuneo. Cronache ed avvenimenti locali al suo passaggio nel 1809”. In esso sono tracciate le tappe del rapido passaggio, in valle Vermenagna e in Cuneo, del papa il 12 e 13 agosto 1809, secondo le annotazioni raccolte negli archivi locali di parrocchie, enti e famiglie.

Nel medesimo volume è stata pubblicata una cronologia dal 1789 al 1817, con le notizie dei contrastanti periodi di prova e trionfo della religione tra la persecuzione giacobina ed i panegirici per san Napoleone, visto come “novello Ciro”, che aveva stipulato concordati con il papa, anche se poi lo tenne prigioniero per quattro anni.

Scorrendo le date si potrà notare che l’anno orribile fu il 1799, quando per molti mesi in Cuneo rimase aperta al culto l’unica chiesa di Santa Maria della Pieve, mentre nel territorio circostante altre chiese venivano saccheggiate o usate da milizie e bande oppostamente schierate in una guerra civile, che cercava di coinvolgere nei propri ranghi preti religiosi, facendone scudo o bersaglio, ed uccidendone alcuni.

Per i giorni di angoscia che stiamo trascorrendo, non pare di grande conforto leggere una simile triste cronaca; ma da una lato è un monito contro i calcoli del progresso moderno che  si ammanta solo di rosei successi materiali, sminuendo con toni subdoli lo spazio del Vangelo; d’altro canto è invito a coltivare il seme della Parola di Dio e trovare in esso forza per la solidarietà fraterna nelle prove e speranza nel cammino dell’umanità in cui la Chiesa è chiamata ad essere sacramento, cioè manifestazione concreta dell’amore misericordioso di Dio.

Purtroppo il libro è esaurito, ma era stato diffuso sia in molte parrocchie che in biblioteche locali e scolastiche.

Don Gian Michele Gazzola