Ogni paese la sua storia

Ripercorrere rapidamente la presenza dei libri nelle comunità parrocchiali del nostro territorio è un compito che come biblioteca diocesana (e prima ancora come neonato servizio diocesano dei beni culturali dal 1996) si è cercato di svolgere su direttrici diverse. Uno dei frutti più significativi è la bibliografia ecclesiastica della diocesi di Cuneo. Ma è utile premettere alcuni passaggi storici in merito.

Nella stagione post-tridentina venne data notevole cura per la formazione del clero, verificando nelle visite pastorali se nelle canoniche vi erano dei libri di teologia. Vi era una certa attenzione ad eventuali opere di tendenze ereticali, per arginare la diffusione di dottrine protestanti.  Dal settecento in poi furono particolarmente incoraggiati i libri di morale. Lentamente in alcune canoniche si depositarono i volumi di generazioni di parroci. A metà ottocento venne richiesto ai parroci di presentare anche l’inventario della loro biblioteca. Non tutti risposero.

Dal tempo della rivoluzione francese ebbe diffusione crescente una varietà di stampa divulgativa, da opuscoli e tomi enciclopedici, che incisero molto nella critica alla religione. Di conseguenza si avviò anche in campo cattolico l’impegno per la buona stampa, di cui il nostro Lanteri fu un pioniere. Con la scolarizzazione obbligatoria dei bambini, dalla metà ottocento, sorsero apostoli della carta stampata, dalle “letture cattoliche” di don Bosco alla casa editrice e congregazione San Paolo di don Alberione. Parallelamente le incipienti associazioni cattoliche divennero militanti della buona stampa, qualcuno si dedicò anche a libri formativi o a manuali di devozioni. In alcune parrocchie si formarono piccole biblioteche per letture edificanti dei soci.

Nel periodo tra le due guerre e poi fino agli anni dopo il Vaticano II molte parrocchie ebbero le zelatrici che provvedevano a distribuire settimanalmente Famiglia Cristiana, il giornale diocesano, le riviste missionarie.

Infine arrivò la televisione e divenne imperante il mondo delle immagini, ormai in tasca anche ai bambini o sul loro tavolo con il pc.

Un filone meno appariscente ebbe una sua storia parallela: l’interesse per la storia locale. Già a fine ottocento alcuni parroci scrissero su santi, chiese e paesi. Poi si impose la vasta produzione del Riberi, con volumi e articoli sistematici per quarant’anni su Lo Stendardo, Il Dovere e La Guida e sui bollettini parrocchiali. La stima per il suo studio andò bel oltre le sacristie e continua a dare frutti nel cuneese.

Don Maurizio Ristorto raccolse la riserva incredibile di notizie accumulate dal Riberi e le confezionò in oltre quaranta volumetti popolari, ma ben documentati sui paesi della diocesi. Questo gli valse il riconoscimento raccolto nel volume di suoi inediti: “Ogni paese la sua storia”.

Il contesto culturale successivo ha visto l’imporsi di opere di studio in collaborazione. Anche per esperienza personale ho sperimentato più volte l’interesse di molte persone a collaborare a ricerche sui paesi, sul patrimonio naturale e artistico o su singoli eventi. Sono fiorite associazioni culturali che si dedicano a vario titolo a conoscere e promuovere le radici locali. Da alcuni decenni è stata promossa una rete di biblioteche comunali, la cui vitalità è proporzionata alla disponibilità di volontari ed in parte alla collaborazione con le scuole ed con associazioni.

La prospettiva migliore al presente pare essere proprio la capacità di inserirsi in questo tessuto locale in cui si coltiva un certo interesse per i segni della presenza ecclesiale, contribuendo alla loro comprensione e conservazione. Può sembrare poco, ma forse è più fruttuoso nel tempo che non velleitari sogni di iniziative strettamente parrocchiali.

Ogni paese la sua storia. Raccontare per non dimenticare. Omaggio a don Maurizio Ristorto. A cura di Oscar Sguaiser e Gain Michele Gazzola, Cuneo, Primalpe, 2012

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