Nella festa dell’Epifania si celebra la Giornata missionaria dei ragazzi

Don Mariano Riba, Direttore dell’Ufficio missionario della Curia diocesana, raccomanda ai parroci e alle comunità di ricordare in qualche modo nel giorno dell’Epifania la Giornata missionaria dei ragazzi.

Tra i ricordi di infanzia mi piace ritornare al pomeriggio del 6 gennaio, festa dell’Epifania, e, come la chiamavamo, Giornata della Santa Infanzia. Torno con la memoria all’immagine di Gesù Fanciullo, che, credo, ogni parrocchia conservasse e quel giorno era esposta davanti a tutti. Nella celebrazione pomeridiana poi, noi ragazzi, in una breve processione all’interno della Chiesa, ci caricavamo della portantina con l’immagine di Gesù e diventavamo i protagonisti di un momento di festa. Non ricordo se in quell’occasione ci fosse o meno una raccolta di offerte per i poveri, ma era la forza del messaggio che ci era proposto a farci immaginare, pensare e suggerirci il modo di vivere la nostra fede di bambini: Gesù è il dono di Dio fatto a te, che ha vissuto come te la gioia dell’essere ragazzo, e che è un dono fatto a tutti i bambini della Terra, anche a quelli che non lo conoscono, o lo conoscono e non hanno modo di fare festa perché sono poveri! Un invito a cogliere che posso vivere l’amicizia con Gesù, solo se sono capace di allargare il mio orizzonte e sentirmi amico di tutti bambini e i ragazzi del mondo, soprattutto con quelli meno fortunati. La festa a Gesù diventava occasione di solidarietà e condivisione.

Nel 1950 era stato papa Pio XII ad istituire questa festa dei bambini, oggi Giornata missionaria dei ragazzi, promossa dalle Pontificie Opere Missionarie: giornata di preghiera e di raccolta fondi a sostegno dell’infanzia nel mondo, dove i bambini siano coinvolti in prima persona. In realtà non è necessario che arrivi il 6 gennaio  a ricordare ai bambini e ai ragazzi che possono prendersi cura delle sorti dei loro coetanei in difficoltà in altre parti del mondo. La “Santa Infanzia” era nata in Francia il 19 maggio 1843 come opera missionaria che invitava tutti i bambini europei a sostenere i loro amici bisognosi nel mondo. Il Vescovo di Parigi Charles de Forbin Janson era rimasto colpito dalle notizie che arrivavano dalla Cina: moltissimi bambini vivevano in condizioni di estrema povertà e morivano senza essere battezzati. Provò a sensibilizzare alcuni adulti, ma trovò grandi difficoltà. Allora chiese ai ragazzi francesi di interessarsi dei loro fratellini cinesi. Come? Il vescovo Charles diede loro due impegni: un’Ave Maria al giorno e un soldo al mese. Così i bambini cominciarono ad aiutare altri bambini. La gara di solidarietà dei bambini francesi contagiò rapidamente altri paesi dell’Europa e del mondo.

Dice papa Francesco: “Tutti, nessuno escluso, sono chiamati ad essere missionari, poiché questa è l’identità di ciascun cristiano, in quanto battezzato, senza limiti di età. In altre parole non si è mai troppo piccoli (né troppo grandi) per essere missionari”. Che siano alunni di classi scolastiche, della catechesi, di associazioni e movimenti c’è sempre l’occasione per mettere in relazione fra loro tutti i bambini del mondo: Gesù è il centro e, al tempo stesso, il legame che li unisce in qualsiasi parte del pianeta si trovino.