Tra i protagonisti del rinnovamento iconografico e artistico delle nostre chiese nel XVII secolo un posto d’onore spetta alle Compagnie del Suffragio e alle Confraternite. Nel giro di pochi decenni si costruirono nuovi altari e si commissionarono nuove tele incentrate sul tema della preghiera e delle Anime Purganti.
Uno degli scopi primari delle confraternite e delle compagnie era assicurare ai membri il funerale e la celebrazione di messe e preghiere di suffragio. Queste dinamiche riguardarono grandi e piccoli centri, come testimoniano le numerose ancone d’altare presenti anche nelle più piccole chiese di montagna.
Ne è una conferma la bella tela conservata sul primo altare della navata sinistra della parrocchiale di Maria Vergine Assunta di Pontebernardo; il dipinto raffigura nella parte superiore il gruppo con La Madonna Addolorata con il Cristo Morto affiancato dai due san Giovanni; più in basso le Anime purganti e un intenso ritratto virile da riferire con ogni probabilità al committente dell’opera. L’opera è stata ricondotta all’ambito del pittore di Triora Lorenzo Gastaldi (1625 – 1690); questo artista, formatosi nella grande fucina di talenti che fu la Genova del XVII secolo, fu attivo come pittore di corte a Monaco e nel Nizzardo, per poi trovare nelle vallate cuneesi un terreno fertile e una committenza interessata ai suoi lavori: Borgo San Dalmazzo, Bersezio, Entracque, Demonte, Limone, Festiona solo per citare alcuni centri che custodiscono suoi dipinti. La sua produzione su tela è caratterizzata da livelli qualitativi molto altalenanti, il che ha fatto supporre l’impiego di diversi aiuti. La tela di Pontebernardo ne è un chiaro esempio: se nella parte superiore notiamo un’impaginazione rigida e un po’ ordinaria (derivata con tutta probabilità da un modello di bottega), il ritratto del committente rivela invece un’ottima capacità ritrattistica nell’indagine psicologica del personaggio e nella resa dei dettagli del volto e dell’abbigliamento.
Sebbene sia avvincente l’ipotesi che vede Gastaldi salire in alta Valle appositamente per ritrarre questo facoltoso committente, non possiamo esserne certi, trattandosi di un ritratto su tela eseguito forse in studio.
L’altare non viene citato nella Visita Pastorale di Mons. Beggiamo del 1664, mentre compare in quella di Monsignor Rorengo di Rorà del 1770 che lo dice essere di patronato del “domino phisico medicum” Luca Brondelli.
Laura Marino, Direttore del museo diocesano