Presentazione del Parroco
Chi entra nella chiesa di San Rocco Castagnaretta in questo tempo di quaresima non incontra più un’ assemblea ordinata nei banchi in fila per quattro, rivolta in blocco verso l’altare, dal quale celebrante e chierichetti restituiscono a loro volta lo stesso sguardo standosene solo un po’ più in
alto, ma un’unica comunità che si guarda in faccia, un’assemblea raccolta con il celebrante attorno all’altare, una chiesa“ circolare”. È vero che la nostra chiesa non è stata pensata per disporre i banchi in questa maniera, come pure non è stata progettata per rimanere spoglia, com’è attualmente, con i mattoni a vista in dialogo con il cemento delle rifiniture… Ogni generazione ha cercato di esprimere nella chiesa/edificio le proprie sensibilità e la propria visione di chiesa/comunità. L’idea è sorta lo scorso anno quasi per caso. Nell’intento di aiutare l’assemblea a vivere il Triduo Pasquale e i parrocchiani a prendere coscienza che “la chiesa siamo noi”, è stato riorganizzato l’allestimento interno dell’edificio sacro in forma “circolare” attorno all’altare e all’ambone. Qualche mese dopo,
nell’Assemblea Parrocchiale del 26 maggio 2019, è emerso un grande apprezzamento per l’iniziativa e la richiesta di disporre la chiesa in forma “circolare” per periodi più prolungati. Le ragioni di questa richiesta sono da ricercarsi nel maggior coinvolgimento, in una partecipazione ‘più interessata’ dei più piccoli, nel movimento che evidenzia la varietà della celebrazione… Il Consiglio Pastorale, incaricato di portare avanti le idee dell’Assemblea, decide di disporre, in modo sperimentale, la chiesa in forma “circolare” durante i tempi forti dell’anno pastorale 2019/2020. Durante l’Avvento/Natale abbiamo nuovamente disposto la chiesa in forma circolare e alcuni hanno iniziato a condividere il desiderio di lasciarla sempre così e fare del presbiterio, abbastanza ampio, la
cappella feriale divisa dall’aula della chiesa da una struttura leggera alta non più di tre metri (ferro corten ad esempio con vetri blu scuro che riprendano quelli del pannello che sovrasta l’attuale presbiterio). La cappella feriale potrebbe avere un riscaldamento a pavimento che garantirebbe un clima gradevole nonostante l’altezza… Dopo la festa del Battesimo di Gesù la chiesa è ritornata alla “normalità” facendo apprezzare ancor di più la sistemazione sperimentata precedentemente.
Attraverso una lettera al Vescovo sono stati interpellati i competenti uffici di curia per avere un parere autorevole sulla sperimentazione portata avanti e si è scelta l’Assemblea Parrocchiale del 24 maggio 2020 come termine ultimo per prendere una decisione definitiva. Con la Quaresima/Pasqua 2020 la chiesa è nuovamente allestita in forma circolare. Entrando si rimane un po’ spiazzati nella ricerca di cosa fare, dove sedersi… Il bello è che tutti appena entrati si ritrovano coinvolti, anche coloro che giungono in ritardo. Non si può più andare a messa come si va ad uno spettacolo e diventa quasi impossibile assistere alla messa, si è invitati a partecipare, a celebrare… Questa sperimentazione, che diventi definitiva o meno, interroga i parrocchiani: qual è oggi la nostra idea di Chiesa/comunità? Forse è giunto il tempo che le esigenze dettate dall’architettura della grande navata centrale della nostra chiesa parrocchiale facciano un passo indietro rispetto alla crescente voglia di incontrarsi, all’esigenza di guardarsi in faccia. Un invito a togliersi la paura di abbandonare le proprie sicurezze.
don Carlo Pellegrino, parroco
Considerazioni di don Giuseppe Pellegrino jr. per proseguire
La sperimentazione avviata nella Chiesa parrocchiale di San Rocco Castagnaretta merita una particolare attenzione. E’ un buon esempio di immaginazione, ossia di sguardo verso il futuro da
costruire. Il passo da fare ora è di estendere il confronto sull’idea avanzata e sulla sua realizzazione.
Ecco perciò alcune mie considerazioni per continuare la ricerca.
1) La circolarità è concepita fino ad ora per il suo valore sociale. Si dice «per guardarsi in faccia». A questo va aggiunta un’attenzione specifica sul valore sacramentale: al centro della comunità viene collocato Cristo, Pane e Parola. E’ Cristo che raccoglie la comunità, la nutre con la sua Parola e con il suo Pane. La disposizione circolare, perciò, dovrà essere orientata a questo scopo essenziale: far guardare Cristo in faccia (non solamente far guardare le persone in faccia tra di loro). Attorno a Cristo si diventa un particolare tipo di comunità: comunità di credenti, sotto lo sguardo di Cristo. Questa centralità va approfondita e diventa discriminante per apprezzare un nuovo allestimento e orientamento.
2) Sarà importante, inoltre, approfondire i percorsi da fare all’interno della celebrazione. In modo particolare questo comporta di dare importanza al percorso di ingresso per i fedeli e per il celebrante (dovrà essere un percorso ben definito e curato, dovrà tenere conto della varietà di celebrazioni: messe festive o feriali, funerali, matrimoni, battesimi …). Il luogo del Battistero ha un ruolo importante per dire questo percorso di ingresso nella Chiesa. Così pure il passaggio verso l’Ambone e poi dall’Ambone all’Altare richiedono di essere pensati con
cura. Non sono semplicemente dei poli collocati su uno spazio neutro. Ma concepiti nella loro relazione.
3) Un grande interrogativo riguarda il modo di raccordare l’aula centrale della Chiesa, in cui realizzare il nuovo allestimento, e l’edificio nel suo complesso. In particolare, l’area dell’attuale
presbiterio potrà certamente essere allestita come cappella feriale, ma dovrà presentare un legame armonico con il resto della chiesa. Non potrà essere solo una spartizione dello spazio in due zone, ma un dialogo tra di esse (dovrà esserci una simbologia comune).
4) Per il confronto su questi aspetti, come su tanti altri che emergeranno nel percorso, è fondamentale procedere coinvolgendo la comunità locale attraverso sperimentazioni e attraverso
consultazioni (Consiglio Pastorale e Assemblea parrocchiale). Non va dimenticato, però, che il dialogo dovrà coinvolgere in modo particolare l’Ufficio Liturgico e l’Ufficio Beni Culturali della
diocesi. Le scelte che si faranno, infatti, devono poter contare su competenze specifiche di Liturgia e di Architettura, in particolare. Inoltre, devono contare su una condivisione diocesana delle scelte. In questo modo si dà maggiore stabilità all’intervento, per non metterlo in discussione nel momento in cui ci fossero avvicendamenti di parroci o di membri dei Consigli Parrocchiali.
Incoraggio a proseguire nell’impegno di immaginazione e nelle proposte su cui dialogare.
Don Giuseppe Pellegrino jr, Vicario episcopale per la cultura