Ignazio di Loyola

L’aderire a Gesù e mettersi alla sua sequela è da sempre considerata una scelta di vita in risposta ad una chiamata. Nelle pagine evangeliche vengono presentate scene di chiamata da parte di Gesù e discepoli che hanno risposto a lui, anche se non sempre in modo positivo.

Nei secoli di diffusione del cristianesimo la chiamata a diventare credenti in Gesù e suoi discepoli informe diverse di vita, ovviamente è avvenuta attraverso la mediazione di testimoni ed annunciatori. E purtroppo ben presto è stata proposta e motivata dalla legge del gregge, cioè semplicemente per appartenenza a gruppi familiari e sociali o per opportunità personali. In momenti difficili della storia della Chiesa, dai tempi delle eresie nel quarto secolo, agli scismi interni nel 1200-1300, al periodo delle divisioni protestanti nel 1500, lo Spirito Santo ha guidato persone a cercare e proporre vie di scelte più radicali di sequela del Cristo; così sorse il grande fenomeno del monachesimo, visto quasi come un nuovo battesimo, tanto da cambiare perfino il proprio nome per indicare una ripartenza di vita cristiana; nel duecento san Francesco d’Assisi ripropose la via della povertà radicale per imitare meglio Gesù; nel cinquecento sant’Ignazio di Loyola sperimentò la conformazione a Gesù attraverso un periodo di esercizi spirituali per guardare se stessi in modo profondo interiormente confrontandosi con la vita di Gesù ed orientare l’esistenza a maggior gloria di Dio.

Il monachesimo continua tutt’ora in svariate forme di vita totalmente dedicata a Dio in strutture più o meno isolate rispetto alla società; san Francesco, pur avendo avuto un seguito incredibile di frati che ne seguirono le orme, fu ispiratore di gruppi di credenti che, vivendo in contesti sociali ordinari, tradussero l’impegno della povertà in opere di solidarietà organizzandosi nel Terz’Ordine ed in confraternite; gli esercizi spirituali, che Sant’Ignazio, raccolse in un libretto, divennero una proposta di sosta per orientare il cammino in particolare di chi è in ricerca di un’adesione più personale a Gesù.

Ovviamente furono soprattutto i Gesuiti a promuovere questi esercizi spirituali, ma già dal seicento la pratica si diffuse nella cristianità e sorsero case apposite per questa esperienza. Il libretto degli esercizi spirituali ebbe una diffusione vastissima. La Biblioteca Diocesana ne conta una trentina di edizioni, dal 1663 al 2006.