Definizione di territorio: «regione o zona geografica, porzione di terra o di terreno d’una certa estensione» (Treccani online, settembre 2021). Quando si vola, si ha l’opportunità di vedere il territorio, cioè la zona che sentiamo più o meno appartenente a noi, perché ci abitiamo, ci lavoriamo o per via di ricordi. Quindi l’idea di territorio è strettamente legata alla vita di persone; allo stesso modo, come abbiamo potuto più volte ripetere negli articoli passati, anche l’archivio conserva documenti creati da vite concrete per scopi concreti. E tra questi documenti sono importanti le mappe.
Queste forme di documenti erano essenziali per comprendere dove finiva il territorio di propria competenza: nei tempi in cui il gps e GoogleMaps non esistevano e c’era maggiore frammentazione amministrativa, era importante capire visivamente dove si trovavano paesi e di conseguenza fin dove ci si poteva spingere con il controllo militare, la riscossione delle tasse, l’amministrazione della giustizia e del commercio.
L’Archivio storico diocesano conserva in particolare due mappe interessanti. La prima risale ai primi anni della Diocesi ed è la più antica rappresentazione del territorio diocesano. Realizzata dal chirurgo Giovanni Gallo (angolo in basso a destra), reca l’arma araldica del primo vescovo, mons. Amedeo Bruno di Samone (vescovo dal 1817 al 1838); si nota già a prima vista la cura con cui è stata disegnata. Sono presenti i confini italiani, ma quello che colpisce è il dettaglio degli elementi naturali: oltre a fiumi e torrenti, sono disegnati molti laghi montani e molte cime, che ancora oggi conosciamo. I paesi recano il nome e poi un disegno stilizzato, a cui si aggiunge un numero, probabilmente degli abitanti. Una particolarità riguarda Cuneo: è disegnato il viale che dalla città, uscendo dalle mura, conduce al santuario della Madonna degli Angeli.
Il tempo scorre, la società muta e di nuovo si sente la necessità di capire come sia fatto il territorio della Diocesi. Anno 1964, è vescovo mons. Guido Tonetti (dal 1957 al 1971): il disegnatore Renato Marchetti crea una nuova mappa. Si nota com’è cambiata la mentalità: gli unici elementi naturali sono i corsi d’acqua, non c’è nessuna indicazione di paesi di altre Diocesi confinanti né il numero di abitanti, non sono presenti tutte le località minori. Cuneo si è ingrandita e ha bisogno di un proprio ingrandimento per le parrocchie cittadine. Rimane l’arma araldica del Vescovo, isolata in alto.
Queste due mappe, distanti nel tempo ma unite dal soggetto rappresentato, esplicano bene quanto importante sia il territorio e quanto le sue rappresentazioni non possono essere totalmente oggettive: entrano infatti in gioco la sensibilità della società e gli scopi per cui sono fatte. Gli archivi raccontano il territorio attraverso i documenti, ma anche sulle mappe.
Martino Dutto