a Caritas Diocesana di Cuneo ha segnato oggi (sabato 19 ottobre) un nuovo passo nella lotta all’esclusione abitativa con l’inaugurazione di “Casa Alba” una nuova unità abitativa realizzata assieme alla Fondazione CRC e al Comune di Cuneo.
Presenti all’inaugurazione a San Pietro del Gallo il diretto Caritas Cuneo Claudio Mezzavilla, il presidente della Fondazione CRC Giandomenico Genta, il vicesindaco di Cuneo Patrizia Manassero, il parroco, diversi membri della comunità locale e alcuni del Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese.
Claudio Mezzavilla: “Arriva a un punto importante oggi un percorso iniziato nel 2015 e che si è rivelato davvero impegnativo : nonostante le difficoltà, però, l’abbiamo portato a termine. Voglio ringraziare chiunque abbia contribuito a renderlo realtà. È importante che l’alloggio sia così bello, la bellezza aiuta in parte a risolvere il disagio delle famiglie in difficoltà; è importante sottolineare che le persone povere non devono accontentarsi, ma essere messi in condizione di sentire la vicinanza della società”.
“La vicinanza a chi ha più bisogno è molto sentita in Fondazione e un progetto come questo ne è concreta dimostrazione – ha sottolineato Genta – . La Caritas sta facendo un lavoro encomiabile, aiuta chi ha perso molto a ritrovare tanto; molti di noi non sono toccati da questo tipo di disagio ma sapere che ci sono realtà e istituzioni interessati a sostenere chi si trova in queste condizioni ci rende orgogliosi e soddisfatti“.
“Da sempre l’amministrazione comunale è attenta all’emergenza casa e come ente pubblico può assicurare diversi servizi a sostegno di chi ha più bisogno – ha aggiunto Manassero – . È importante comunque non solo assicurare una casa come punto fermo per lo sviluppo di una famiglia ma anche di offrire sostegno ulteriore, un pacchetto molto sostanzioso che punti al raggiungimento dell’autonomia e alla ripartenza delle persone”.
Il locale si trova adiacente alla locale parrocchia e sarà concesso in comodato d’uso gratuito alla Caritas, che lo userà per ospitare una famiglia in vulnerabilità abitativa.
La struttura si sviluppa in due piani collegati da una scala a chiocciola e vede la presenza di due camere da letto (una matrimoniale e una con un letto a castello). Può contenere 4-5 persone e sono già due le famiglie ipoteticamente ospitabili.
Diversi dei mobili presenti, tutti nuovi, sono stati realizzati da Sergio Giordano, anche lui recuperato dalla strada con attività della Caritas.
Da diversi anni a questa parte il tema dell’emergenza abitativa è andato ampliandosi, finendo per riguardare in misura sempre maggiore anche chi ha una casa e paga, con crescente difficoltà, il canone di affitto o la rata del mutuo: persone che, pur potendo contare su di un reddito da lavoro o su una pensione, non possono, da un lato, accedere all’edilizia residenziale pubblica e, contemporaneamente, far fronte ai canoni di locazione di mercato o alla spesa per il rimborso della rata del mutuo.
In questa “fascia grigia” di popolazione si trovano persone sole, nuclei familiari monogenitori e giovani coppie, giovani e anziani soli, studenti e lavoratori precari migrati: soggetti che si trovano a fronteggiare situazioni di precarietà, anche temporanea, relativa a lavoro, situazione familiare o rete di relazioni sociali e per i quali la questione abitativa rappresenta al contempo un freno alla definizione dei propri progetti di vita (relativi al lavoro, all’autonomia dalla famiglia di origine, alla costruzione di una nuova famiglia); un grave rischio sociale, laddove si venga a rompere il precario equilibrio raggiunto (sfratto, una separazione familiare, fine di una coabitazione).
Fonte: Targatocn