Scegliere la direzione dello sguardo è fondamentale per orientarsi nelle valli. Destra e sinistra sono orografica o idrografica, a seconda che si salga o si scenda.
Questa scelta è sfida e sofferenza per chi vive in montagna: scendere a valle, verso la città, oppure restare e cercare nuove prospettive di vita? Che cosa fare di case, boschi, prati, piloni e cappelle a cui sono legate le proprie radici? Meglio tagliare con il passato per non prolungare nostalgie e sofferenze?
Le valli sono ambienti in cui fortemente si sperimentano le fratture culturali, impresse nel territorio e negli edifici. I cambiamenti economici, commerciali, politici producono nuove esigenze di vita e nuovi modi di pensare.
Lo scambio tra le generazioni e i gruppi viene messo alla prova. Nascono visioni diverse sul presente e sul futuro. Occorre apertura mentale e confronto. A volte le scelte personali e quelle della politica diventano radicali e creano fratture.
Anche la cultura religiosa, depositata sui muri delle case, negli oggetti di culto, nei sentieri e nei toponimi dei luoghi, nelle chiese monumentali come nelle croci di vetta, custodita nei documenti degli archivi e nella memoria degli anziani, nei canti e nelle filastrocche … risente dei variegati cambiamenti che avvengono nella storia. La secolarizzazione spesso spinge la dimensione religiosa ai margini o la rende molto soggettiva. Altre volte si appoggia proprio su simboli religiosi per radicare le identità dei paesi e dei gruppi.
Le comunità cristiane hanno responsabilità importanti per accompagnare chi sale e chi scende, turisti e visitatori, abitanti e lavoratori che percorrono le valli. Non si tratta solo di custodire e valorizzare degli oggetti, ma di accompagnare lo sguardo delle persone a interrogarsi e a comprendere se stessi e il senso della vita comune sulla terra. Conoscere e interpretare la propria storia non è scontato.
Ecco il senso dell’incontro che il Settore Cultura ha promosso presso il nuovo centro parrocchiale Carlo Acutis a Borgo San Dalmazzo il 23 febbraio 2022. Avvio di un percorso che gradatamente coinvolgerà le altre sei zone pastorali della diocesi.