Dal Vangelo secondo Matteo (11,2- 11)
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete!».
Giovanni Battista è al buio, ha annunciato, ha convertito, ha toccato i cuori. È prossimo alla fine. Anche noi, messi allo stretto iniziamo a pensare e ripensare, a quanto detto, fatto… Si era entusiasmato, scaldato, portando tante persone a un cambiamento radicale di mentalità… ora tace! Vede che quanto annunciato del Messia non coincide con la sua idea di Messia. E manda a chiedere: sei tu? È la domanda che apre il presente alla novità di Dio. Dice un canto: “quando le parole non bastano all’amore, quando l’illusione promette un mondo nuovo, anch’io rimango incerto nel mezzo del cammino”.
Sembrano parole uscite dalla bocca del Battista. Anche io rimango incerto nel mezzo del cammino. Incertezza. È quanto vive lui ed è quanto viviamo spesso noi. Dice il vocabolario indicandone la conseguenza: “limitazione all’efficienza del comportamento, provocata da condizioni di dubbio o d’indecisione”. Eccoci tutti incerti dunque! “io so quanto amore chiede, questa lunga attesa, del tuo giorno o Dio, luce in ogni cosa io non vedo ancora, ma la tua Parola, mi rischiarerà”. Ecco cosa ci manda Gesù: alla mente, coraggio di cercare; alle mani, la forza di donare, al cuore incerto, passione per la vita e al fratello, di credere con noi.
È necessario saper tacere e permettere a Cristo di agire. Solo così la Luce, entrerà nel buio. E le mani fiacche si irrobustiranno; le ginocchia vacillanti saranno più salde. E tutto prenderà vigore. Non restiamo paralizzati, camminiamo! Il fallimento, il peccato ci devasta, io ti guarisco, ci dice Gesù! Che bello allora in questo tempo di Attesa trovare l’occasione per confessarci bene, per smetterla di essere o fare i sordi! Il deserto che ci portiamo dentro può e vuole fiorire. Cristo viene in maniera diversa da come ce lo aspettiamo: e spesso facciamo fatica ad accettarLo! Cerchiamo il silenzio, perché la moltitudine di parole e di immagini non cancelli in noi la possibilità di vedere e di udire dove Gesù ci attende.
Preghiamo di più! Chiediamo tenacia nell’essere veri! Smettiamo di essere qualcosa che non siamo! Questo Avvento ci ricordi di essere noi stessi… e allora sì che non vedremo l’ora di essere salvati!
don Erik Turco
