Omelia Ordinazione presibiterale di Alberto Costamagna

25-11-2023

Questa sera viviamo un momento molto importante per la nostra Chiesa diocesana: l’ordinazione presbiterale di Alberto. La attendevamo da tempo e tutti siamo pieni di riconoscenza a Dio che continua a benedirci, a vegliare su di noi e ci regala un nuovo pastore. L’ultima ordinazione di un sacerdote fossanese risale al 1989.

                  Avviene nella Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, il centro della nostra fede. Lui è il nostro Pastore, il nostro riferimento unico. È Lui che provvede alla sua Chiesa e siamo certi che non ci delude mai.

                  Il Vangelo ci parla dell’evento finale; una parabola impotente, uno scenario sul futuro del mondo dove emerge Gesù stesso che “verrà nella gloria con i suoi angeli e siederà sul trono della sua gloria” e giudicherà. Sarà un giudizio di misericordia in cui tirerà le somme della nostra vita. Gli studiosi della Bibbia fanno notare che molti elementi non sono originali, ma tratti da testi dell’Antico Testamento. Gesù, nel suo racconto, aggiunge temi inattesi che costituiscono la novità che interessa a noi. C’è attenzione particolare ai piccoli: sono loro il metro col quale saremo anche noi giudicati. Quale apertura, quale accoglienza, quale disponibilità, quale integrazione riserviamo a chi fa più fatica?

Qui, Gesù considera quanto possiamo fare a loro favore come un qualcosa fatto personalmente a sé. Non considera quanto possiamo fare per i grandi, per i simpatici, per i fortunati, per i ricchi, ma guarda a ciò che si fa verso a chi ci tendo la mano, a chi bussa alla nostra porta, a chi cerca un lavoro vero, a chi è immigrato e nella disperazione cerca un futuro dignitoso. È un insegnamento che rimane più che attuale a distanza di 2000 anni. È un insegnamento che Gesù ci ha dato con parole e con il dono della sua stessa vita.

Vale per tutti, per me, per voi, per te caro Alberto che inizi la tua avventura come prete in questa nostra bella realtà. Prendi come modello quanto diceva il profeta Ezechiele. Sei chiamato a passare in rassegna le pecore, cioè a pregare sempre per coloro a cui sei stato affidato. Sei chiamato a portare speranza, la fiducia e la serenità a chi è smarrito e cerca un senso per la sua esistenza. Sei chiamato a fasciare, a curare, ad accompagnare chi è nel dolore e chi cerca giustizia. In una parola: sei chiamato a condividere, a camminare insieme testimoniando nei fatti che Dio ama personalmente ognuno di noi e noi siamo al centro del Suo cuore. È un bel programma di vita.

                  Non temere: non sei solo. Ti inserisci pienamente nel presbiterio diocesano, oggi ricco di doni, di impegno e di generosità. Sono proprio i sacerdoti e i diaconi che attendono da te la freschezza del dono e l’entusiasmo che contagia. Se, a volte, in loro si insinua un po’ di stanchezza, sappi che non si spegne mai la volontà di dire a tutti la bellezza di stare con il Signore e di rimanere in questo nostro contesto benedetto da Dio.

                  Non temere: non sei solo. Alle spalle ti porti la preghiera e la vicinanza premurosa della tua famiglia e di tante comunità parrocchiali nelle quali sei vissuto, dalle quali hai ricevuto tanto e hai amato nel servizio. In questi mesi molti hanno pregato per te; lo avevo chiesto, in particolare, ai giovani con i quali abbiamo condiviso la Giornata mondiale dei giovani a Lisbona, quest’estate. Sono certo che lo hanno fatto. Tanti sono qui presenti per sostenerti.

                  Mi permetto di rivolgermi a loro, ai giovani qui presenti. Siamo vicini a uno di voi che, con coraggio, con trepidazione, con entusiasmo, sta dicendo di si a Dio che ha posto il suo sguardo su di lui e lo ha chiamato a lavorare nella sua vigna. Da tutti Dio si aspetta cose grandi. Se ti senti desideroso di vera felicità, chiediti quale è la strada da percorrere! Provate a valutare, almeno una volta nella vita, la possibilità di percorrere la strada intrapresa da Alberto e da tutti noi preti. Non sarà di certo facile, ma io, a distanza di 43 anni, sono contento e Dio continua a tenermi per mano nonostante i miei limiti umani.

                  A tutti chiedo di essere particolarmente vicini ai vostri sacerdoti e diaconi con la preghiera, con attenzione e nella vera fraternità. Nelle singole realtà ecclesiali non possono e non devono mai agire da soli. A voi sono affidati ed il loro specifico ministero di pastori è possibile se insieme ci facciamo carico dei vari settori della pastorale pienamente coscienti dell’urgenza di proclamare la bella notizia di Gesù che ha ancora tanto da dire a noi oggi.

                  Carissimo Alberto, anche se ti tremano le gambe nel pensare alle responsabilità che dovrai affrontare, non temere. Affidati a Dio che ti vuole bene. Sii certo che non ti abbandonerà mai. Ti ha fatto capire che questa è la tua strada; sarà sempre al tuo fianco ed ha per te tante sorprese che, poco alla volta, a tempo opportuno, ti farà sperimentare. Ti affido all’intercessione di San Giovenale, patrono di Fossano, e all’intercessione materna della Madonna della Divina Provvidenza, patrona della nostra chiesa diocesana.