Omelia nel Natale del Signore 2021

25-12-2021

E’ una pagina del Vangelo che ascoltiamo sempre volentieri, ogni anno. Maria e Giuseppe, dopo aver percorso tanta strada, dopo aver sperimentato chiusure nei loro confronti, nel silenzio di quella grotta accolgono Gesù. Il loro cuore è stato segnato dalla meraviglia, dalla lode a Dio perché è stato di parola. Avevano tra le mani il Figlio di Dio.
Forse, anche loro, come tutti i neo-genitori, non sapevano da che parte cominciare. Ora si lasciano alle spalle la fatica, gli interrogativi, i rifiuti, per aprirsi unicamente alla riconoscenza. Inizia per loro un nuovo capitolo della vita, sulla scia dei precedenti ‘SI’ detti a Dio. Non potevano immaginare cosa li aspettava. Sapevano chi era quel Bimbo. Iniziano a presentarlo a chi era giunto, certamente inaspettato.
Proviamo anche noi ad immergerci nel Mistero che avvolge quella grotta.
Quei pastori anche loro avevano fatto un po’ di strada; avevano accolto quell’annuncio misterioso. Gli angoli di quella terra li conoscevano bene. Affrontano il cammino di notte: era cosa insolita. Trovano il Signore Gesù; lo adorano.
Anche noi, partendo dalle nostre case, (di notte), siamo giunti qui per celebrare quell’avvenimento che ha sconvolto la storia. Anche noi spesso camminiamo nella notte e cerchiamo un senso, un perché, una risposta a tanti dubbi che ci assalgono. Non a tutto troviamo risposte dal nostro sapere, dalla scienza, dalla storia. Spesso sperimentiamo che c’è qualcosa che va oltre il razionale. E’ il mistero della vita che ci avvolge e che ci provoca. Chi di voi ha avuto la gioia di sperimentare la nascita dei propri figli sa bene che la sorpresa e la grandezza della vita sorpassa ogni nostra congettura. Hai tra le mani il dono della vita di cui tu ti sei fatto mediatore, ma percepisci subito che non è la tua copia. Chi sarà ? Qual è il piano di Dio ? Come posso fare perché trovi la sua strada ?
Ebbene, tutto questo ci avvicina a tentare di comprendere l’iniziativa di Dio di entrare nella nostra storia. In quella mangiatoia Gesù non dice nulla e guarda quella gente. C’era tanto movimento per quel famoso censimento. C’erano varie insoddisfazioni in quella terra a causa dell’occupazione dei romani; in parte avevano perso la loro autonomia e dovevano anche dar retta all’invasore. Respiravano la ricerca della piena libertà, anche alla luce della loro storia. Molti si aspettavano un liberatore politico. Molti erano alla ricerca di un senso per la loro esistenza.
Se andiamo a vedere nelle vicende del popolo eletto, tante volte Dio era intervenuto con personaggi diversi per ricondurli all’alleanza. Ma non era bastato. Per poter farsi accettare, ecco che entra nel mondo come un bambino, come noi.
Dio guarda, attende una risposta, tocca il cuore e la mente.
Mi piace pensare al Natale del Signore così, per noi non è solo celebrare un fatto avvenuto quasi 2000 anni fa, è Dio che ci interpella proprio alla luce di ciò che stiamo vivendo.
Anche oggi, molte cose non vanno e siamo distratti da tante cose effimere che annebbiano la nostra vista. Siamo invasi dalla tecnologia, da linguaggi tecnici che spesso non comprendiamo, da messaggi ed informazioni diverse tra le quali cerchiamo di capire dove passa la verità, … di fatto, anche noi subiamo oppressione. In questi ultimi tempi pare non cessi la pandemia che ci ha fatto sperimentare il nostro limite, noi … che pensavamo di aver tutto in mano e di essere autosufficienti. La scienza sta facendo la sua parte, ma non basta. Ci stiamo accorgendo che solo insieme possiamo superare questo difficile momento. Per i credenti solo in Dio è possibile trovare la risposta. Ma, attenzione il nostro affidamento al Signore della vita va sempre coniugato con l’impegno concreto e personale.
Per noi tuti, celebrare questo Natale 2021, vuol dire affermare il nostro senso di responsabilità e di prudenza. Il dono della vita, che abbiamo ricevuto gratis, va preservato, va curato, va protetto, va donato.
Celebrare questo Natale vuol dire elevare il nostro sguardo a Dio riconoscenti per il fatto che siamo nelle sue mani. Sappiamo che Lui ci vuole bene e che ci chiede di accoglierlo con semplicità, proprio come hanno fatto quei pastori che si sono mossi ed hanno portato se stessi al Signore. Ecco il movimento che dobbiamo fare: vanno lasciate da parte le nostre superbie, le nostre presunte sicurezze, le impudenze, l’orgoglio, per aprirci all’ascolto, al dono, alla contemplazione, alla preghiera, all’incontro, allo sguardo di benevolenza verso tutti, all’umiltà di chi sa che nella vita deve dire tanti grazie. E non sono mai sufficienti.
Così facendo, la luce del Natale illumina tutta la nostra vita e ci apre gli occhi su noi stessi, su chi abbiamo al nostro fianco e sul mondo intero.
Proviamo a mettere in atto anche solo un piccolo gesto di solidarietà con qualcuno; possiamo così riflettere un po’ di luce del Natale.
Proviamo ad essere un po’ meno indifferenti verso coloro che soffrono nel silenzio i quali ci chiedono non commiserazione ma vera fraternità e vicinanza.
Proviamo anche noi a fermarci di fronte al presepe e dire al Signore: “Vieni, c’è posto anche in casa mia !”
Voglio concludere pensando che il Natale è la festa del dono. Dio ci ha donato il suo Figlio, Gesù. Ci chiede di fare di noi stessi un dono agli altri e ci dice, con le parole di S. Paolo: “Dio ama chi dona con gioia !”.