Natale del Signore: omelia del vescovo Piero

Abbiamo bisogno di immergerci in quel clima di silenzio e di contemplazione

Abbiamo ascoltato ancora una volta il racconto del Vangelo che narra quello che accadde nella Notte di Betlemme. Si respirava aria di gran movimento a causa di quel famoso censimento e la gente era distratta.

A Gerusalemme e nei dintorni si registrava il tutto esaurito per coloro che venivano a farsi censire nella terra d’origine. C’era la legge da dover rispettare e Maria e Giuseppe non esitarono a mettersi in viaggio nonostante per Maria stessero per compiersi i giorni dell’attesa.

Il mistero, il silenzio, la strada e la fatica li avevano particolarmente uniti. Erano disposti a tutto, custodi di segreti immensi annunciati loro misteriosamente. Si erano accorti della chiamata ricevuta da Dio a mettersi in gioco e la meraviglia e lo stupore li aveva avvolti.

Noi, oggi, celebriamo l’evento della nascita del Salvatore: l’avvenimento più importante della storia di tutti i tempi che ha lasciato un segno indelebile ed è un fatto riconosciuto anche da tanti non credenti.

Oggi, come accadde a quella gente di Betlemme, ci troviamo in un momento in cui siamo particolarmente distratti e disorientati: venti di guerra nel nord-est europeo col timore dell’utilizzo del nucleare, tanta gente che reclama libertà in Iran, la pandemia che non è ancora del tutto debellata, la crisi energetica. Sono fatti che giustamente ci preoccupano e che possono affievolire l’autentico spirito che accompagna la celebrazione della nascita di Gesù.

Eppure, abbiamo bisogno di immergerci in quel clima di silenzio e di contemplazione!

Gesù è venuto per tutti, quasi in punta di piedi è entrato nella nostra storia per parlare con noi, per incontrarci, per fare un po’ di strada alla ricerca di ciò che vale veramente. Gesù è venuto per tutti ma ha trovato indifferenza da parte di chi si sentiva già a posto, con sé stesso e con gli altri. Tutti gli alloggi erano al completo e a Gesù non è rimasto che trovare una sistemazione di fortuna.

Ma ecco che qualcuno si è accorto di quella nascita.

La gente semplice, i pastori che lasciano sole le pecore per salire, mettersi in cammino per andare a vedere, per incontrare il Salvatore. Viaggiano nel buio della notte, momento sfavorevole per camminare, per trovare la luce. La loro ricerca è stata premiata. Incontrano Maria e Giuseppe non più preoccupati ma disposti a «far vedere» quel loro figlio spalancando la porta di quella grotta e immediatamente c’è posto per tutti. Dopo i pastori giungono anche alcuni sapienti, che avevano fatto tanta strada: arrivavano da lontano. Anche per loro la porta si spalanca. Tutti sono uguali di fronte a quel bimbo fragile, tutti si commuovono, tutti lo adorano.

Sull’esempio dei protagonisti del Natale del Signore proviamo anche noi a fermarci.

Non siamo più abituati a sostare, a fare silenzio; a volte addirittura questo ci spaventa. Dio viene ancora una volta in mezzo a noi per insegnarci a fermarci per poter cogliere chi veramente siamo. A chiederci: cos’è la nostra vita? Ultimamente pare che tutto sia all’insegna della velocità, ma chi corre non può accorgersi di ciò che lo circonda. Eppure, lo sappiamo bene che se vogliamo tessere autentiche relazioni ci vuole la calma di costruirle con pazienza, mattone dopo mattone, passo dopo passo.

Proprio a partire da quella grotta Dio ci dice che non ha fretta. Attende in fasce, ha bisogno di tutto, guarda ed osserva e con il sorriso dice il suo grazie.

Sarebbe bello che il Natale diventasse per noi l’occasione per frenare le corse e accorgerci di noi stessi e di coloro che sono al nostro fianco.

Nel buio della notte anche un semplice fiammifero può far scaturire una grande luce che coinvolge e che rompe le catene della solitudine. Proviamo ad accorgerci che anche noi possiamo davvero essere una piccola luce tra le persone che incontriamo.

Proviamo ad accorgerci del tempo perso nel seguire cose effimere.

Proviamo ancora ad accorgerci che Dio viene a cercare proprio me, che attende decisione nell’assumerci le nostre responsabilità sulla linea della vera condivisione e partecipazione.

Proviamo ad accorgerci della bellezza del Vangelo perché non ci lascia sonnecchiare ma ci sprona a metterci in cammino uscendo da pensieri limitati e oscuri.

+ Piero Delbosco

Confusione, guerre, falsità, tradimenti, sfiducia…                                                             
Eppure, in questa notte, Tu, Signore, ritorni fragile bimbo.                                           
E in quella fragilità ogni uomo che lotta
sente ancora rivivere una nostalgia di eterno.                                                                  
In ogni palpito d’amore la terra rinasce.
Una stella si riaccende.                       
È ancora Natale nella storia!