Ripartire dal Vangelo è diventato come uno slogan molto sentito e ripetuto nella Chiesa di questi anni. Ebbene, anche nel settore dei beni culturali ecclesiastici è sano riproporre questo punto di vista.
Rimanendo nel settore archivistico, ripartire dal Vangelo significa leggere le fonti come momento di tradizione, letteralmente di consegna, del Vangelo. La corrispondenza dei sacerdoti al Vescovo o le relazioni in preparazione alla visita pastorale sono intrise della lettura e del vivere il Vangelo di quell’epoca. Il complesso meccanismo delle messe e delle forme di devozione popolare, che traspare leggendo i documenti, a noi può far ribrezzo o tenerezza: in realtà è stato il modo con cui la Buona Notizia di Gesù Cristo Risorto è stata incarnata in quel periodo storico in quella realtà geografica e sociale. L’immagine scelta, tratta dall’archivio di Santa Maria della Pieve, rappresenta una delle forme di legame con il Vangelo. Di conseguenza, si lascia intendere che anche gli atti amministrativi comunicano una fede, come nel 1997 ha sottolineato la Pontificia Commissione per i beni culturali nel documento La funzione pastorale degli archivi ecclesiastici.
Ripartire dal Vangelo è anche lo stimolo per tutti i membri della Chiesa, perché sappiano fare memoria. Questo vuol dire un ritorno alle fondamenta originali della fede, ma anche una custodia viva e consapevole di quanto nel corso del tempo i propri antenati hanno prodotto, costruito e pensato. Il tutto finalizzato non ad un nostalgico ritorno al passato, quanto a un concreto sguardo di speranza per il futuro. Questo può significare ripartire dal Vangelo con e negli archivi.
Martino Dutto