La montagna difficile

Questi ultimi decenni hanno visto riscoprire la montagna da parte della società cittadina, con il conseguente fiorire di strutture ricettive e innumerevoli iniziative. Il grande rischio è quello di dipingere la montagna come un novello Eden, il luogo della perfezione e della pace. I documenti che tutti gli archivi di parrocchie e comuni montani conservano sono utili testimoni per ricordarci che l’uomo anche in montagna è soltanto un ospite, non il padrone.
La ricchezza delle relazioni dei parroci di montagna, infatti, sta nell’inserire considerazioni di vita quotidiana e concreta, insieme a fotografie della situazione sociale e spirituale della popolazione. Così lo è anche per il paese di Argentera, l’ultimo prima del confine. Nel marzo 1842 il vescovo riceve la lettera di dimissioni del parroco don Costanzo Barberis in quanto esposto “per 7 et 8 mesi al continuo pericolo per la caduta delle faldi di neve dal vicino monte” mentre si reca a Grange (u.a. 873). Un suo successore, don Francesco Pepino, fa presente il problema della casa canonica che solo nel 1868 è stata sommersa da tre inondazioni del fiume Stura, insieme a tutto l’abitato (u.a. 880). In una visita pastorale, si trova un accenno al fatto che l’acqua santa gela d’inverno e pertanto non è conservabile, come le disposizioni canoniche vorrebbero. Sono ancora numerose le testimonianze della durezza della vita montana, tra le quali si segnala il numeroso carteggio sulla devastante alluvione del 1957.
Il patrimonio culturale, in particolare i documenti archivistici e le testimonianze orale, abbraccia la vita nella sua interezza e mette a disposizione del mondo di oggi un bagaglio di memoria perché si possa vivere senza ripetere costantemente gli stessi errori. Se si imparasse ad ascoltare le voci della memoria (documenti, testimoni, opere d’arte, opere architettoniche) con più attenzione, se i beni culturali venissero considerati maggiormente non solo come fonte di reddito, forse le comunità montane potrebbero sperare in un futuro sostenibile e realizzabile, in costante dialogo con il mondo presente.