Formazione del clero

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“Il mese missionario straordinario” con Anatoloni giovedì 17 ottobre a San Pietro del Gallo dalle 9.30 alle 12. Il tema complessivo dell’anno è “L’umanità che prega”. Per saperne di più clicca qui.

 

L’UMANITÀ CHE PREGA

L’occasione della nuova traduzione del Messale romano, con l’annessa ri-consegna del Padre nostro, porta l’attenzione su una pratica elementare della vita cristiana: la preghiera. Essa accomuna i cristiani a tutti gli esseri umani che in vari modi pregano, cercano vie per la preghiera, sono in difficoltà con gli interrogativi che l’atto del pregare pone. La preghiera cristiana assume anche caratteristiche proprie, che si differenziano nei secoli, nelle culture, nelle diverse confessioni. Prende anche forma di Liturgia, cioè di Riti, di azioni pubbliche e comunitarie. Nasce da tutto questo una scuola di preghiera ampia e diversificata, che edifica la comunità dei credenti e insieme dialoga con l’umanità (che è come una grande comunità orante diversificata).
Tutto questo fa parte della vita ordinaria delle comunità cristiane ed è un elemento fondamentale della pastorale. Rientra perciò nei compiti dei pastori far maturare la preghiera dei cristiani. Non si tratta semplicemente di far pregare, quanto di insegnare a pregare, di accompagnare nella preghiera cristiana, di servire le comunità in preghiera. La celebrazione liturgica è certamente un momento fondamentale e decisivo di questa responsabilità. In dialogo con essa, ma anche con elementi specifici, si pone la responsabilità per un mondo variegato di preghiere che sgorgano dall’animo e dalle tradizioni umane.
Il percorso per la formazione del clero non mira principalmente ad analizzare la complessità teorica di questi rapporti (di cui si occupa la teologia). Si prefigge piuttosto di rinnovare l’interesse sul tema della preghiera, di rendere sensibili alle proprie responsabilità, di offrire elementi di rinnovamento per la propria preghiera (nella celebrazione della liturgia e al di fuori di essa), di suggerire attenzioni pastorali per servire meglio i cammini di preghiera delle comunità e dei singoli fedeli, sapendo riconoscere, anche sul tema della preghiera, le risorse e le seduzioni della cultura contemporanea (interna ed esterna alle comunità cristiane).
In questo modo, il passaggio alla nuova traduzione del Messale e, in particolare, alla nuova traduzione del Padre nostro potrà arricchirsi di opportunità pastorali e non essere vissuto come un semplice cambiamento esteriore. Potrà diventare occasione per rilanciare la passione per la preghiera e la cura per le celebrazioni. Questa maturazione è particolarmente importante in questo momento delicato di passaggio che sta coinvolgendo molte comunità locali con accorpamenti di parrocchie e riduzione del numero di preti sul territorio. Come cambia il nostro modo di pregare e di celebrare nelle unità pastorali? Come stiamo affrontando su questo versante la secolarizzazione della società che trasforma le Liturgie in sagre paesane, il suffragio dei defunti in commemorazioni, i matrimoni in cerimonie, la preghiera in benessere, i rosari in rivendicazioni identitarie … Come ascoltiamo la domanda di preghiera con cui molte persone sono in ricerca di interiorità, di benessere personale, di sostegno nelle difficoltà, di contrasto alla solitudine …?