Cartoline dal fronte

“Carissimi genitori con queste due righe vi do delle mie notizie. Al presente godo una perfetta salute…vi racomando di scrivermi un po più sovente perche sto sempre in pena e darmi notizie del fratello Giovanni che e già tanto tempo che non ricevo più delle sue notizie… vi o già scritto parechie volte che mi mandassi qualche denari ma non se le avette ricevute perche non ò ancora ricevuto nulla. In fine trlascio questa mia con inviarvi tanti saluti e baci a tutta la famiglia” (19/11/1917, “zona di guerra”)

“Carissima mia molie vado ricontro alle tue cartoline e quelle dei miei genitori con molto piacere a sentire delle tue notissie che sei in buona salute come posso dire di me… ti saluto e un mondo di baci e saluta tutti li tuoi di casa e tutti li miei di casa e un bacio li miei cari bambini” (14/07/1918, Germania)

Sono stralci da due cartoline della Croce Rossa Internazionale, scritte da due soldati cuneesi impegnati negli scontri della Prima Guerra mondiale. La Chiesa, in collaborazione con la Croce Rossa, essendo un’istituzione di riferimento per tutte le comunità, è riuscita durante e dopo i due conflitti mondiali a costruire una rete grazie a cui mantenere i contatti tra i soldati, combattenti e prigionieri, e le loro famiglie. La Segreteria di Stato Vaticano, organizzata inizialmente con l’Ufficio provvisorio d’informazioni sui prigionieri di guerra e poi, per volontà di Pio XII, con l’Ufficio Informazioni Vaticano, riusciva a far transitare posta e pacchi anche nei campi di prigionia.
Grazie a questo operato, molti archivi diocesani conservano queste cartoline: si tratta di documenti preziosi e delicati, in quanto raccontano la situazione sia dei soldati sia delle famiglie rimaste in attesa, in un’epoca in cui le notizie impiegavano giorni, se non settimane e mesi, ad arrivare in tutto lo Stato. L’Archivio della Diocesi di Cuneo ne conserva solo una quindicina, ma elementi interessanti escono: sono lettere che richiedono vestiti, cibo e soldi, scritte dal fronte ma anche da campi di prigionia austro-ungarici e tedeschi, come Mauthausen. Alcune, purtroppo, riportano il luogo della morte, come il lazzareto di Bayreuth (Germania); anche questa informazione diventava importante per la famiglia.
Sono documenti che esprimono quello che l’umanità ha vissuto e che spesso la ‘grande’ storia ufficiale tralascia: i sentimenti di paura, angoscia e amore che i soldati e le loro famiglie hanno provato si sentono fuoriuscire da questi brevi ed essenziali scritti. Queste cartoline diventano quindi un memento sulle ferite, non solo fisiche, di qualunque folle guerra.