Campanili in Valle Stura

Tra le varie risorse storico-artistiche che le comunità cristiane hanno prodotto nei secoli in valle Stura emergono i campanili. Di per sé essi segnano diffusamente il profilo dei nostri paesi, ma la sequenza di cuspidi gotiche, o addirittura di sapore ancora di stile tardo-romanico, che si rimandano l’un l’altro da Aisone a Bersezio, è veramente sorprendente.

In questi ultimi decenni alcuni di essi sono stati oggetto di restauro e quindi anche di rivisitazione storica, anche se la scarsa documentazione archivistica non permette di risalire precedentemente al secolo XIV. La maggior parte degli altri campanili sono del periodo di maggior sviluppo edilizio di chiese e cappelle tra il sei-settecento. Su alcune cappelle si ergono ancora campaniletti a vela, che erano testimoniati su qualche chiesa parrocchiale ancora nel 1584 durante la visita apostolica.

Ad ottantasette “Campanili in Valle Stura” Walter Cesana aveva dedicato nel 1999 un volume di 168 pagine, pubblicato da Primalpe, come Quaderno per il Centro Documentazione Valle Stura. Per dati generali sulle chiese, questo studio aveva dei precedenti in un altro quaderno della Valle Stura, su “Chiese e cappelle in Valle Stura: Ripresa e sviluppo dell’edilizia religiosa nei secoli XVII-XVIII”, curato da G. M. Gazzola nel 1986, e sul “Repertorio dei monumenti artistici della provincia di Cuneo”, vol. I: “Territorio dell’antica marca saluzzese”, redatto da Mario Perotti nel 1980.  Per alcuni paesi don Ristorto aveva curato delle monografie e per tutte le parrocchie vi sono gli articoli del Riberi.

La rassegna che Cesana propone, come indica nel titolo in occitano: “chouquie e tribaoudette en val d’esturo”, non si limita alle torri campanarie, ma per quanto possibile fornisce dati su campane ed orologi. Proprio in merito a questo si raccolgono notizie molto interessanti sulle vicende di fusione e rifusione delle campane, alcune fuse in valle, ma senza risultati soddisfacenti, e vengono ricordati orologiai locali, attivi fino a decenni recenti, prima che le nuove tecnologie elettroniche salissero anche sui campanili.

Resta da completare l’inventario delle circa 130 campane, che sempre più raramente richiamano i fedeli nelle chiese e nelle cappelle della valle.