Annuncerò la salvezza del Signore. Tracce del magistero episcopale di Monsignor Carlo Aliprandi
Presentazione
Natalino Pescarolo Vescovo di Cuneo e Fossano
Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. (Gv 21, 24-25).
Accade per ogni uomo, non solo per nostro Signore, in particolare se la persona è unita spiritualmente in modo profondo al Creatore, di divenire una parabola vivente della presenza feconda della vita divina, manifesta nel creato e nelle creature. Purtroppo c’è il peccato d’origine che offusca la santità primigenia, ma c’è la redenzione che la rinnova.
Gesù doveva avere una tale ricchezza e profondità di santità, da lasciare a chiunque lo incontrasse l’impronta ed il desiderio ardente della divinità.
Ogni suo gesto, parola, pensiero doveva essere traboccante di tutti gli attributi più belli di Dio stesso. Per questo il suo fascino trascinava le folle, al suo passaggio guarivano gli infermi, si convertivano gli increduli e fuggivano i demòni.
Il Vangelo, pur essendo ad ogni parola di inestimabile valore per la nostra fede, non è che un pallido sunto della persona e della vita di Gesù, di cui il credente deve fare esperienza personale per trovare la fede.
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna… Molti di più credettero per la sua stessa parola e dicevano alla donna: “Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito a sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo” (Gv 4,39-42).
L’analogia col Vangelo ci induce sempre a riflettere con mente credente. Perciò delineare il ricordo di un pastore come Mons. Carlo Aliprandi solo da quei pochi scritti, che con la sua nota sobrietà e profondità egli ha lasciato alla sua Chiesa particolare, è certamente poter consegnare ai posteri solo una vaga idea della sua personalità e dell’unione esperienziale che la sua mente ed il suo animo, delicato e forte al contempo, avevano col Mistero e con la sua manifestazione nell’umanità quotidiana del Corpo mistico. Tale è infatti la Chiesa raccolta attorno al suo Pastore, legittimamente costituito, secondo la successione apostolica.
Raccontare una vita, un pensiero è sempre solo attingere alla superficie dell’acqua della vita di un uomo, di un cristiano, che ha consegnato se stesso alla potenza di Dio, perché lo renda strumento di bene per l’umanità e per la vita eterna.
Aggiungere parole al miracolo di un’esistenza, trasformata dalla Grazia, è quasi violare l’intangibilità di un capolavoro creato dalla mano dell’Artefice sulla creta di ogni figlio di Adamo, ricreato da Cristo.
Allora accingiamoci a leggere questa preziosa raccolta di frammenti di pensiero e di vita del caro Mons. Carlo di venerata memoria, non tanto per capirlo di più, ma per rinnovare il nostro affetto e la nostra gratitudine per la sua instancabile missione nella Chiesa che è in Cuneo e per tutto il bene che ogni persona ne ha ricevuto.
Egli sicuramente non ha più bisogno di onori, perché attinge direttamente alla beatitudine eterna, ma può intercedere ancora presso il cuore di Dio per la sua gente, che ha saputo guidare come buon pastore, ad imitazione di Gesù.