A cosa serve fare memoria? Questa è la domanda a cui Prosperi tenta di rispondere tenendo in primo piano il nostro presente. Il Novecento, con le sue promesse di pace, speranza e lineare progresso, si è rivelato sede di quello di E. Hobsbawm definì la «distruzione del passato». La storia infatti è depauperata ed esclusa dall’insegnamento scolastico a favore di abilità tecniche; il passato è relativizzato, mentre le Giornate della memoria non sono altro che freddi riti di massa. Persino nella comunicazione intergenerazionale è venuta meno la trasmissione di vissuti ed esperienze, favorendo racconti e immagini istantanei ed evanescenti nel mondo di internet. Ne emerge un quadro preoccupante dell’Europa intenta a nascondere o rinnegare ciò che è stato, mentre cerca identità e futuro. Queste pagine vogliono provocare la riflessione sulla cura della memoria, lo strumento che permette, nel tempo presente, di scoprire una speranza per il futuro (Martino Dutto).