Omelia nelle Esequie di don Eraldo Ferrero

13-02-2023

Il ricordo iniziale, letto dal Vicario, ha tracciato i punti salienti della vita di don Eraldo Ferrero. Tanti anni di ministero sacerdotale e altrettanti segnati dalla malattia: un morbo particolare di fronte al quale sperimentiamo tutta la nostra fragilità ed impotenza. Purtroppo, per ragioni familiari, conosco questa malattia che debilita poco alla volta portando a reazioni inconsce diverse fino a ridurre ad uno stato vegetativo e poi al silenzio. Questo è stato il calvario di don Eraldo: un male che mette a dura prova l’interessato che in un primo tempo rimane conscio della propria situazione e, nello stesso tempo colpisce duramente coloro che lo attorniano. Ne approfitto subito per esprimere la mia riconoscenza a don Gianni Riberi che gli è sempre stato vicino e a tutti gli operatori del nucleo NAT, del Cottolengo e di Casa Famiglia.

Alcuni di voi lo ricordano sempre buono, sorridente, attivo, simpatico sia nelle parrocchie che ha servito sia come vice direttore della Caritas diocesana anche cercando strade nuove.
Mi colpisce sempre il silenzio che, a un certo punto della malattia, prende il sopravvento. Cosa significa e perché? Sono interrogativi che rimangono aperti ed interpellano il senso della nostra vita. Possono trovare risposta solo in Dio che non abbandona mai i suoi consacrati. È un agire misterioso che non comprendiamo se non affidandoci alla misericordia di Dio che tutto può e tutto vede.

Troppo spesso, oggi, riteniamo importante l’efficienza, l’esserci dappertutto, l’attivismo, il ruolo che si ricopre… ma agli occhi di Dio vi sono altre categorie. Dio ci ricorda che il valore della persona va ben oltre ciò che essa compie. Lui guida la Chiesa, la storia, l’universo. Noi siamo chiamati a tentare di dare una risposta alla chiamata alla vita che ci ha fatto, a servire il suo Regno, rimanendo ben saldi ed ancorati sul suo Vangelo.

«Rimanete in me, Imparate da me che sono mite e umile di cuore, troverete ristoro per la vostra vita»: sono le frasi proclamate nel brano di Vangelo che abbiamo ascoltato. È alla scuola del Signore che dobbiamo cogliere l’indirizzo per la nostra vita e per le scelte che dobbiamo operare. Cerchiamo la mitezza nelle relazioni in cui siamo immersi. Non facciamoci un’idea troppo alta di noi stessi agendo sempre con una profonda umiltà. Dio pensa a noi e noi siamo importanti per Lui.
Stiamo dando il saluto ad un nostro sacerdote che ha detto di si a Dio ed ha donato la sua vita per il Vangelo, per la Chiesa e, in particolare, per questa nostra realtà diocesana. Non posso ignorare il fatto che, proprio da questa comunità parrocchiale, sono scaturite molte vocazioni al presbiterato. È segno che nelle nostre case e nelle famiglie di questa comunità si è respirata la disponibilità a servire Dio mettendoci in gioco. La situazione odierna, come ben sapete, è ben diversa. Pochi sono i giovani che si stanno interrogando seriamente sul loro futuro senza escludere a priori una eventuale disponibilità a diventare preti. Da parte nostra non dobbiamo disperare, semmai dobbiamo crescere nella fede, maturare nella vita cristiana e non cessare di chiedere a Dio di mandare operai nelle nostre diocesi. Se vogliamo essere felici, occorre individuare cosa il Signore si aspetta da noi e deciderci provando a seguire quanto Lui ci indica. Il Signore non mancherà di sostenere i nostri cammini. In questa prospettiva, vi chiedo di pregare per i nostri giovani che hanno tra le mani il futuro della loro vita. In loro ci sono grandi generosità non sempre appoggiate su noi adulti. Vi chiedo anche di sostenere nella preghiera e nella corresponsabilità tutti i nostri sacerdoti, sia quelli impegnati in prima persona nelle parrocchie, sia quelli che svolgono il loro ministero in altre realtà ecclesiali, sia coloro che sono a riposo dopo una vita di sacrifici e dedizione nell’annuncio della bellezza del Vangelo. Tutti, seppur con modalità diverse, amano la vita, amano questa nostra bella Chiesa, amano il Signore Gesù.

Don Eraldo ora è in Paradiso; sentiamolo maggiormente vicino a noi. Ora, nella Gloria di Dio, continua il suo servizio rimanendo al nostro fianco. È passato all’altra sponda della vita nel giorno in cui abbiamo ricordato le apparizioni della Vergine Maria a Lourdes. A Lei lo affidiamo pieni di fiducia con le parole della più antica preghiera a Lei rivolta.
«Sotto la tua protezione noi cechiamo rifugio, santa Madre Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. Amen!».