Cristo è risorto! È l’annuncio poderoso dei primi cristiani. È l’evento che ha stravolto quei Dodici, li ha trasformati infondendo in loro il coraggio di venir fuori da quel cenacolo dove per paura si erano rifugiati.
«Non abbiate paura» sono le parole dell’angelo alle donne e sono le parole rivolte a loro dal Risorto stesso.
Quella notte è successo qualcosa di inaudito. Anche se non sappiamo tecnicamente come sia accaduto, conosciamo bene cosa ha provocato in quella gente che prima era stata con il Maestro. Da Gesù erano stati affascinati, lo avevano seguito abbandonando tutto. Dopo lo smarrimento iniziale causato dalla morte in croce, dopo il silenzio di quella tomba, ecco la realtà del sepolcro vuoto. Ecco che emerge la convinzione e la certezza che il Maestro è stato di parola. La paura viene spazzata via; anche la consapevolezza della loro fragilità non c’è più. E noi siamo certi della fede di quei Dodici, i quali hanno preso sul serio le parole del Risorto: «Andate in Galilea, là mi vedrete».
Sono usciti allo scoperto e ci hanno trasmesso la loro fede, per questo che nel credo diciamo: «Credo la Chiesa apostolica». Cioè, fondata sulla testimonianza degli Apostoli.
Prima sono state le donne a constatare che il Signore è Risorto, poi è toccato ai Discepoli. Dalla loro predicazione nasce la Chiesa; attorno a loro si aggrega un piccolo gruppo che, poco alla volta, si allarga assumendo dimensioni universali. Non è stato facile per i Dodici cambiare mestiere, non è stato facile per i primi cristiani prendere posizione contro le imposizioni dei romani. Non si sono nascosti ed hanno pagato la loro fedeltà per la causa del Vangelo anche con la vita. Da più di venti secoli tante persone seguono Gesù, seppur in mezzo a difficoltà.
Credere nella Risurrezione è la ragione per cui siamo qui. Nella nostra storia qualcuno ci ha trasmesso la sua fede e lo ha fatto con le parole e con la vita.
Ora tocca a noi. I Dodici e i primi cristiani, in modi diversi, ci hanno trasmesso, attraverso i Vangeli ed i testi del Nuovo Testamento, la loro certezza e la loro fede. Tocca a noi conoscere ciò che han detto e, a nostra volta, trametterlo a chi ci sta intorno. Siamo certi che ciò che conta è la nostra convinzione e siamo altrettanto certi che il Signore continua ad essere di parola. Guardando la storia, abbiamo alle spalle tanta gente che ha preso sul serio il Maestro. Tante persone sono andate in Galilea, e hanno visto il Signore.
La nostra Galilea è qui, in questa nostra terra, benedetta da Dio. Anche noi siamo inviati dal Risorto ad annunciare che Lui ha vinto la morte. Lo possiamo fare non solo con le parole ma soprattutto con uno stile di vita entusiasta. Il nostro mondo ha bisogno di testimoni credibili, ha bisogno di guardare in avanti con fiducia. Ha bisogno di pace, di una pace vera che non è solo il silenzio delle armi. Ha bisogno di fraternità e di ascoltare il grido dei poveri. Oggi c’è bisogno di sognare, come spesso dice papa Francesco. Nessuno ce lo può vietare!
Credere nella risurrezione di Gesù è aver fiducia in Lui riponendo nelle sue mani ogni nostra aspirazione di bene.
Credere nella risurrezione inevitabilmente influenza il nostro stile di vita. È questione di luce. Quelle donne, come dice il Vangelo, hanno visto un grande bagliore; da esso sono state coinvolte e sono corse dai discepoli. Anche noi, oggi, come cristiani siamo chiamati a essere luce nelle varie situazioni della vita. Lo dobbiamo fare accettando d’essere una minoranza, ma una minoranza attiva anche in luoghi e tra persone che non credono. Guai a nasconderci. Una bella luce calda fa vedere le meraviglie che ci circondano, come accade a noi, questa notte con questa chiesa cattedrale rinnovata in tanti suoi elementi. Di fatto ci mancava questo luogo di preghiera e di passaggio di tanta gente che viene a cercare un po’ di silenzio e di dialogo con Dio. La luce ci fa vedere ed evitare di brancolare.
Credere nella Risurrezione ci aiuta a percepire la nostra vita con occhi nuovi. Sappiamo che un giorno passeremo all’altra sponda della vita. Il Risorto ci assicura che saremo con Lui. Non cadremo nel freddo e nel buio profondo di una tomba. Sappiamo che inizierà il secondo capitolo della nostra esistenza, la vita per sempre nella sua Gloria. Avere questa certezza ci fa sentire fortunati rispetto a coloro che non credono. Questo pensiero ci fa essere certi che anche i nostri cari che sono morti sono nella pace, nella luce di Dio e stanno contemplando il suo volto.
Credere nella Risurrezione ci aiuta anche a vivere bene la nostra esperienza di Chiesa, ora un’unica realtà tra Cuneo e Fossano. Nella misura in cui riusciamo ad essere una sola cosa inevitabilmente trasparirà la testimonianza e l’impegno maggiore verso chiunque. Vogliamo essere una cosa sola radunati attorno al Risorto che, col dono dello Spirito, ci assiste sempre. Probabilmente dobbiamo iniziare dal superamento di inezie a cui diamo importanza per passare alla vera gratitudine per i doni che possiamo scambiarci.
L’augurio di una buona Pasqua, ci auguriamo, sia di una buona ripresa della bellezza della vita ed un impegno a rimuovere ogni ombra di oscurità.
O Gesù buono, forza del mio andare, luce del mio cammino, gioia del mio testimoniare, chiedo a te che sei vivo e risorto di custodirmi e di starmi accanto. Aiutami a ricominciare, aiutami a risorgere, ogni giorno! Tu sei vivo e vero, ti fai incontrare nelle pieghe del quotidiano e solo grazie a te posso riprendere, ricominciare, rinascere e risorgere ogni giorno, in ogni ora, in ogni attimo! Metti nella bisaccia della mia vita la tua Parola, il pane dell’Eucarestia, l’appoggio dei fratelli e delle sorelle che camminano con me. Mandami dove vuoi tu, là dove c’è bisogno di amare, di servire, di farmi prossimo e di condividere. Dove io sarò, tu sarai! Amen.