Omelia diaconato Salvatore Mottola

07-05-2022

É una pagina del Vangelo che ci coinvolge e ci dice fino a che punto il Signore ci ha voluto bene. Lui, il Buon Pastore, ha vissuto in modo drammatico questo ruolo. Ha provato compassione per le folle che lo seguivano perché erano come ‘pecore senza pastore’. Lui si è messo a capo dei poveri, degli umili, dei perseguitati dei peccatori, … e li ha resi ‘popolo di Dio’.
Poniamo attenzione ai verbi che usa il Vangelo: il Buon Pastore è colui che ‘PARLA’, ‘CONOSCE’, ‘DA LA VITA’ e ‘CI CUSTODISCE’. In altri termini Gesù è Colui che ci ama, Colui che ci cerca, Colui che ci accoglie per quel che siamo, compresi i nostri difetti, ed è Colui che ci offre di vivere la nostra vita in pienezza.
Sempre nel brano evangelico odierno viene detto che le pecore sono coloro che nel suo ovile perché ci vogliono stare. Infatti, esse ‘ASCOLTANO’ la sua voce e lo ‘SEGUONO’.
Questo compito d’essere dei ‘buoni pastori’ il Signore lo ha lasciato a vescovi, ai sacerdoti e ai diaconi ai quali ha voluto affidare una porzione del suo popolo. Ma non si è limitato a loro; buoni pastori devono essere i catechisti, gli animatori, i genitori e tutti coloro che hanno delle responsabilità di guida nella Chiesa e nel mondo.
Questa sera abbiamo la fortuna di avere un nuovo diacono permanente. In comunione con me, con i sacerdoti e con gli altri diaconi, siamo chiamati ad essere il riferimento nel cammino della vita cristiana per le persone a noi affidate.
Innanzitutto siamo chiamati ad ascoltare la voce del Signore e ciò implica cercare l’intimità con Lui specie nella preghiera. Questo è la base perché voi sia un vero annuncio del suo Vangelo. Sono importanti le nostre parole, ma ben più importante è la sua Parola che deve passare fedelmente. E questo avviene se sappiamo stare con Lui. Noi non siamo padroni del Vangelo; siamo coloro che, ricevuto un mandato, lo annunciano in comunione con tutta la Chiesa alla quale è stata affidata la Buona novella.
In secondo luogo ricordiamoci che siamo voce della Chiesa intera. Non possiamo annunciare solo quel che ci pare o quel che ci piace del Vangelo di Gesù. Questa Parola va conosciuta, va meditata, va interiorizzata e va vissuta. Carissimo Salvatore tu sei reduce da studi teologici; da soli non bastano. Occorre sempre sentirci sottomessi ed affrontare con umiltà i momenti di annuncio. Le persone a cui siamo stati affidati non sono sacchi vuoti da riempire. Hanno bisogno d’essere amate e nutrite dalla ricchezza immensa che possiamo fare emergere dalla Scrittura; essa è il vero alimento della nostra vita cristiana.
Essere diaconi vuol dire essere servo della Parola, servo delle persone a te affidate nella carità, servo della Chiesa con gioia e generosità. Svolgerai il tuo ministero diaconale nella parrocchia di San Paolo in Cuneo dove sei stimato ed amato. A te e al tuo parroco è affidata questa comunità. Non sentirti semplicemente un collaboratore. Sentiti pure corresponsabile dell’intera parrocchia in comunione con i sacerdoti. In particolare sii attento a coloro che sono più fragili e bisognosi di sostegno. Ma potrai cogliere nella tua professione un campo immenso d’azione dando prova della tua fede e del tuo servizio come diacono. Il tuo ministero potrebbe essere definito come un ‘ponte’ prezioso tra la comunità cristiana e la realtà temporale.
Con l’imposizione delle mani, riceverai il dono dello Spirito Santo ed entrerai tra i ministri ordinati. E’ un legame particolare con la Chiesa intera che ti impegna per sempre a donare la tua vita a immagine di Cristo Servo.
Non temere, il Signore che ti ha scelto continuerà a rimanere al tuo fianco. Se rileggi tutta la tua vita alla luce degli interventi di Dio, ti accorgi come la sua misericordia è stata grande e ti ha accompagnato. Ti ha donato una bella famiglia che è maturata ed è cresciuta, forse superando insieme anche momenti difficili, ma sempre confidando nel Signore. Ora sei chiamato a vivere sia il sacramento del Matrimonio, sia il primo grado dell’Ordine sacro.
Sii orgoglioso di far parte della gerarchia di questa bella Chiesa locale. Come sai, stiamo camminando verso un pieno accorpamento con la Chiesa di Fossano. Da tempo sono in atto varie collaborazioni nel campo della pastorale. Dobbiamo fare nostre le caratteristiche della prima comunità cristiana che era ‘perseverante nell’insegnamento degli apostoli, nella preghiera, nello spezzare il pane e nella carità’, come leggiamo nel libro degli Atti degli apostoli.
Preoccupiamoci di essere ‘un cuor solo ed un’anima sola’ tra di noi ministri or-dinati ed insieme al popolo di Dio a noi affidato.
Preghiamo il Signore per tutte le vocazioni in un modo particolare in questo giorno a loro dedicato. Dio susciti nella nostra Chiesa belle vocazioni al Matrimonio, al sacerdozio ministeriale, al diaconato permanente e alla vita consacrata nelle sue varie forme di vita attiva e contemplativa.
Mettiamo questa nostra preghiera nelle mani della Vergine Maria, di san Michele e san Dalmazzo, e dei futuri nostri beati don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo.