“L’esperienza della separazione dal coniuge è ogni volta una ferita profonda, sia per chi la vive in prima persona e sia per chi, familiare o amico, ne resta inevitabilmente coinvolto”, dice il diacono Paolo Tassinari, Direttore in solidum dell’Ufficio per la famiglia delle diocesi di Cuneo e di Fossano. “Come vediamo, nella storia della crisi di una coppia, si passa dal fulmine a ciel sereno come quando, quasi improvvisamente, il rapporto si incrina e si spezza, fino alla scelta di separarsi che viene condivisa, o perlomeno presagita, tra i due ex. Scelta che, sovente, è accompagnata da sentimenti opposti che oscillano dall’estremo della rabbia e della frustrazione a quello della liberazione e della rinascita”.
Il ventaglio delle situazioni è molto ampio. “A fronte del fallimento di un matrimonio, gli equilibri delle persone coinvolte cambiano. Ultimamente mi è capitato di ascoltare un amico che si chiedeva: Come posso vivere la mia fede e il mio rapporto con Dio ora che sono separato? Il mio essere credente è diverso dopo la separazione, non è più quello di prima; sento gli uomini e le donne di Chiesa come giudici della mia storia, anche se non la conoscono, e mi pesa. Vado a Messa sempre di meno, perché non mi sento nel mio posto; da sposato, credere in Dio era più facile, si avevano più certezze”.
Prendendo sul serio queste sollecitazioni, mercoledì 23 marzo alle ore 20.45 nell’Aula Magna del Seminario Interdiocesano di Fossano, viale Mellano 1, viene proposta una serata condotta dal biblista Angelo Fracchia sul tema “Separati, divorziati e credenti. Quale fede può sopravvivere quando un amore muore? Tracce di spiritualità cristiana”, a cura dell’Ufficio per la famiglia delle Diocesi di Cuneo e di Fossano, nell’ambito del programma “L’anello perduto”: un incontro aperto a tutti per riscoprire, da separato e divorziato o in qualunque altra situazione, la qualità autenticamente umana della fede cristiana.